L’ambiente, all’origine neutro, essenziale e privo di elementi distintivi, era una classica “white box”. Successivamente, è stato trasformato e modellato tenendo conto dell’identità e della storia dell’azienda. L’obiettivo era creare uno spazio che, da un lato, valorizzasse i sistemi illuminotecnici Zumtobel e, dall’altro, offrisse una visione più libera e domestica del lavoro. Il risultato è un ufficio pensato non solo come luogo operativo, ma anche come uno spazio espositivo. All’interno, infatti, sono presenti opere luminose che raccontano il legame tra l’azienda e il mondo dell’arte. Questi interventi testimoniano collaborazioni storiche con artisti e designer, rendendo evidente la relazione tra luce, cultura e sperimentazione. Le opere non hanno un ruolo solo decorativo, ma contribuiscono attivamente all’esperienza dello spazio.
Elemento centrale del progetto è la parete plissettata in vetro: una superficie che modula la luce, giocando sul contrasto tra la morbidezza del plissé e la rigidità del materiale. Il disegno delle "pieghe" funziona come un dispositivo ottico, capcae di catturare, rifrangere e moltiplicarei raggi luminosi, ampliando così la percezione dello spazio. Gli specchi integrati amplificano l’effetto, generando riflessi e prospettive inattese. Non un semplice rivestimento, ma una struttura che interpreta la luce in continuità con il lavoro dell’azienda, specializzata nella progettazione di sistemi di illuminazione.
L’ambiente, all’origine neutro, essenziale e privo di elementi distintivi, era una classica “white box”. Successivamente, è stato trasformato e modellato tenendo conto dell’identità e della storia dell’azienda. L’obiettivo era creare uno spazio che, da un lato, valorizzasse i sistemi illuminotecnici Zumtobel e, dall’altro, offrisse una visione più libera e domestica del lavoro. Il risultato è un ufficio pensato non solo come luogo operativo, ma anche come uno spazio espositivo. All’interno, infatti, sono presenti opere luminose che raccontano il legame tra l’azienda e il mondo dell’arte. Questi interventi testimoniano collaborazioni storiche con artisti e designer, rendendo evidente la relazione tra luce, cultura e sperimentazione. Le opere non hanno un ruolo solo decorativo, ma contribuiscono attivamente all’esperienza dello spazio.
Elemento centrale del progetto è la parete plissettata in vetro: una superficie che modula la luce, giocando sul contrasto tra la morbidezza del plissé e la rigidità del materiale. Il disegno delle "pieghe" funziona come un dispositivo ottico, capcae di catturare, rifrangere e moltiplicarei raggi luminosi, ampliando così la percezione dello spazio. Gli specchi integrati amplificano l’effetto, generando riflessi e prospettive inattese. Non un semplice rivestimento, ma una struttura che interpreta la luce in continuità con il lavoro dell’azienda, specializzata nella progettazione di sistemi di illuminazione.
L’ambiente, all’origine neutro, essenziale e privo di elementi distintivi, era una classica “white box”. Successivamente, è stato trasformato e modellato tenendo conto dell’identità e della storia dell’azienda. L’obiettivo era creare uno spazio che, da un lato, valorizzasse i sistemi illuminotecnici Zumtobel e, dall’altro, offrisse una visione più libera e domestica del lavoro. Il risultato è un ufficio pensato non solo come luogo operativo, ma anche come uno spazio espositivo. All’interno, infatti, sono presenti opere luminose che raccontano il legame tra l’azienda e il mondo dell’arte. Questi interventi testimoniano collaborazioni storiche con artisti e designer, rendendo evidente la relazione tra luce, cultura e sperimentazione. Le opere non hanno un ruolo solo decorativo, ma contribuiscono attivamente all’esperienza dello spazio.
Elemento centrale del progetto è la parete plissettata in vetro: una superficie che modula la luce, giocando sul contrasto tra la morbidezza del plissé e la rigidità del materiale. Il disegno delle "pieghe" funziona come un dispositivo ottico, capcae di catturare, rifrangere e moltiplicarei raggi luminosi, ampliando così la percezione dello spazio. Gli specchi integrati amplificano l’effetto, generando riflessi e prospettive inattese. Non un semplice rivestimento, ma una struttura che interpreta la luce in continuità con il lavoro dell’azienda, specializzata nella progettazione di sistemi di illuminazione.
L’ambiente, all’origine neutro, essenziale e privo di elementi distintivi, era una classica “white box”. Successivamente, è stato trasformato e modellato tenendo conto dell’identità e della storia dell’azienda. L’obiettivo era creare uno spazio che, da un lato, valorizzasse i sistemi illuminotecnici Zumtobel e, dall’altro, offrisse una visione più libera e domestica del lavoro. Il risultato è un ufficio pensato non solo come luogo operativo, ma anche come uno spazio espositivo. All’interno, infatti, sono presenti opere luminose che raccontano il legame tra l’azienda e il mondo dell’arte. Questi interventi testimoniano collaborazioni storiche con artisti e designer, rendendo evidente la relazione tra luce, cultura e sperimentazione. Le opere non hanno un ruolo solo decorativo, ma contribuiscono attivamente all’esperienza dello spazio.
Elemento centrale del progetto è la parete plissettata in vetro: una superficie che modula la luce, giocando sul contrasto tra la morbidezza del plissé e la rigidità del materiale. Il disegno delle "pieghe" funziona come un dispositivo ottico, capcae di catturare, rifrangere e moltiplicarei raggi luminosi, ampliando così la percezione dello spazio. Gli specchi integrati amplificano l’effetto, generando riflessi e prospettive inattese. Non un semplice rivestimento, ma una struttura che interpreta la luce in continuità con il lavoro dell’azienda, specializzata nella progettazione di sistemi di illuminazione.
L’ambiente, all’origine neutro, essenziale e privo di elementi distintivi, era una classica “white box”. Successivamente, è stato trasformato e modellato tenendo conto dell’identità e della storia dell’azienda. L’obiettivo era creare uno spazio che, da un lato, valorizzasse i sistemi illuminotecnici Zumtobel e, dall’altro, offrisse una visione più libera e domestica del lavoro. Il risultato è un ufficio pensato non solo come luogo operativo, ma anche come uno spazio espositivo. All’interno, infatti, sono presenti opere luminose che raccontano il legame tra l’azienda e il mondo dell’arte. Questi interventi testimoniano collaborazioni storiche con artisti e designer, rendendo evidente la relazione tra luce, cultura e sperimentazione. Le opere non hanno un ruolo solo decorativo, ma contribuiscono attivamente all’esperienza dello spazio.
Elemento centrale del progetto è la parete plissettata in vetro: una superficie che modula la luce, giocando sul contrasto tra la morbidezza del plissé e la rigidità del materiale. Il disegno delle "pieghe" funziona come un dispositivo ottico, capcae di catturare, rifrangere e moltiplicarei raggi luminosi, ampliando così la percezione dello spazio. Gli specchi integrati amplificano l’effetto, generando riflessi e prospettive inattese. Non un semplice rivestimento, ma una struttura che interpreta la luce in continuità con il lavoro dell’azienda, specializzata nella progettazione di sistemi di illuminazione.
L’ambiente, all’origine neutro, essenziale e privo di elementi distintivi, era una classica “white box”. Successivamente, è stato trasformato e modellato tenendo conto dell’identità e della storia dell’azienda. L’obiettivo era creare uno spazio che, da un lato, valorizzasse i sistemi illuminotecnici Zumtobel e, dall’altro, offrisse una visione più libera e domestica del lavoro. Il risultato è un ufficio pensato non solo come luogo operativo, ma anche come uno spazio espositivo. All’interno, infatti, sono presenti opere luminose che raccontano il legame tra l’azienda e il mondo dell’arte. Questi interventi testimoniano collaborazioni storiche con artisti e designer, rendendo evidente la relazione tra luce, cultura e sperimentazione. Le opere non hanno un ruolo solo decorativo, ma contribuiscono attivamente all’esperienza dello spazio.
Elemento centrale del progetto è la parete plissettata in vetro: una superficie che modula la luce, giocando sul contrasto tra la morbidezza del plissé e la rigidità del materiale. Il disegno delle "pieghe" funziona come un dispositivo ottico, capcae di catturare, rifrangere e moltiplicarei raggi luminosi, ampliando così la percezione dello spazio. Gli specchi integrati amplificano l’effetto, generando riflessi e prospettive inattese. Non un semplice rivestimento, ma una struttura che interpreta la luce in continuità con il lavoro dell’azienda, specializzata nella progettazione di sistemi di illuminazione.
L’ambiente, all’origine neutro, essenziale e privo di elementi distintivi, era una classica “white box”. Successivamente, è stato trasformato e modellato tenendo conto dell’identità e della storia dell’azienda. L’obiettivo era creare uno spazio che, da un lato, valorizzasse i sistemi illuminotecnici Zumtobel e, dall’altro, offrisse una visione più libera e domestica del lavoro. Il risultato è un ufficio pensato non solo come luogo operativo, ma anche come uno spazio espositivo. All’interno, infatti, sono presenti opere luminose che raccontano il legame tra l’azienda e il mondo dell’arte. Questi interventi testimoniano collaborazioni storiche con artisti e designer, rendendo evidente la relazione tra luce, cultura e sperimentazione. Le opere non hanno un ruolo solo decorativo, ma contribuiscono attivamente all’esperienza dello spazio.
Elemento centrale del progetto è la parete plissettata in vetro: una superficie che modula la luce, giocando sul contrasto tra la morbidezza del plissé e la rigidità del materiale. Il disegno delle "pieghe" funziona come un dispositivo ottico, capcae di catturare, rifrangere e moltiplicarei raggi luminosi, ampliando così la percezione dello spazio. Gli specchi integrati amplificano l’effetto, generando riflessi e prospettive inattese. Non un semplice rivestimento, ma una struttura che interpreta la luce in continuità con il lavoro dell’azienda, specializzata nella progettazione di sistemi di illuminazione.
L’ambiente, all’origine neutro, essenziale e privo di elementi distintivi, era una classica “white box”. Successivamente, è stato trasformato e modellato tenendo conto dell’identità e della storia dell’azienda. L’obiettivo era creare uno spazio che, da un lato, valorizzasse i sistemi illuminotecnici Zumtobel e, dall’altro, offrisse una visione più libera e domestica del lavoro. Il risultato è un ufficio pensato non solo come luogo operativo, ma anche come uno spazio espositivo. All’interno, infatti, sono presenti opere luminose che raccontano il legame tra l’azienda e il mondo dell’arte. Questi interventi testimoniano collaborazioni storiche con artisti e designer, rendendo evidente la relazione tra luce, cultura e sperimentazione. Le opere non hanno un ruolo solo decorativo, ma contribuiscono attivamente all’esperienza dello spazio.
Elemento centrale del progetto è la parete plissettata in vetro: una superficie che modula la luce, giocando sul contrasto tra la morbidezza del plissé e la rigidità del materiale. Il disegno delle "pieghe" funziona come un dispositivo ottico, capcae di catturare, rifrangere e moltiplicarei raggi luminosi, ampliando così la percezione dello spazio. Gli specchi integrati amplificano l’effetto, generando riflessi e prospettive inattese. Non un semplice rivestimento, ma una struttura che interpreta la luce in continuità con il lavoro dell’azienda, specializzata nella progettazione di sistemi di illuminazione.
L’ambiente, all’origine neutro, essenziale e privo di elementi distintivi, era una classica “white box”. Successivamente, è stato trasformato e modellato tenendo conto dell’identità e della storia dell’azienda. L’obiettivo era creare uno spazio che, da un lato, valorizzasse i sistemi illuminotecnici Zumtobel e, dall’altro, offrisse una visione più libera e domestica del lavoro. Il risultato è un ufficio pensato non solo come luogo operativo, ma anche come uno spazio espositivo. All’interno, infatti, sono presenti opere luminose che raccontano il legame tra l’azienda e il mondo dell’arte. Questi interventi testimoniano collaborazioni storiche con artisti e designer, rendendo evidente la relazione tra luce, cultura e sperimentazione. Le opere non hanno un ruolo solo decorativo, ma contribuiscono attivamente all’esperienza dello spazio.
Elemento centrale del progetto è la parete plissettata in vetro: una superficie che modula la luce, giocando sul contrasto tra la morbidezza del plissé e la rigidità del materiale. Il disegno delle "pieghe" funziona come un dispositivo ottico, capcae di catturare, rifrangere e moltiplicarei raggi luminosi, ampliando così la percezione dello spazio. Gli specchi integrati amplificano l’effetto, generando riflessi e prospettive inattese. Non un semplice rivestimento, ma una struttura che interpreta la luce in continuità con il lavoro dell’azienda, specializzata nella progettazione di sistemi di illuminazione.
Dal punto di vista planimetrico, l’ambiente si sviluppa longitudinalmente: l’ingresso si apre su un foyer contemporaneo, arredato con tavoli, sedute e insegne luminose, che conduce direttamente all’open space principale, concepito come un giardino d’inverno. Questo spazio, caratterizzato da ampie vetrate affacciate su un’area verde esterna, vede la luce naturale modulata dalle veneziane. All’interno dell’open space, una parete plissettata in vetro separa gli uffici chiusi dal resto dell’ambiente, garantendo anche privacy e isolamento acustico per il lavoro individuale, senza compromettere la permeabilità visiva.
Completano il progetto varie sale meeting, una sala da pranzo e una sala circolare polifunzionale, pensata per accogliere attività diverse: incontri, momenti di lavoro collettivo o eventi. La sua forma e posizione permettono un utilizzo flessibile e trasversale rispetto all’intero ambiente.
Dal punto di vista planimetrico, l’ambiente si sviluppa longitudinalmente: l’ingresso si apre su un foyer contemporaneo, arredato con tavoli, sedute e insegne luminose, che conduce direttamente all’open space principale, concepito come un giardino d’inverno. Questo spazio, caratterizzato da ampie vetrate affacciate su un’area verde esterna, vede la luce naturale modulata dalle veneziane. All’interno dell’open space, una parete plissettata in vetro separa gli uffici chiusi dal resto dell’ambiente, garantendo anche privacy e isolamento acustico per il lavoro individuale, senza compromettere la permeabilità visiva.
Completano il progetto varie sale meeting, una sala da pranzo e una sala circolare polifunzionale, pensata per accogliere attività diverse: incontri, momenti di lavoro collettivo o eventi. La sua forma e posizione permettono un utilizzo flessibile e trasversale rispetto all’intero ambiente.
Dal punto di vista planimetrico, l’ambiente si sviluppa longitudinalmente: l’ingresso si apre su un foyer contemporaneo, arredato con tavoli, sedute e insegne luminose, che conduce direttamente all’open space principale, concepito come un giardino d’inverno. Questo spazio, caratterizzato da ampie vetrate affacciate su un’area verde esterna, vede la luce naturale modulata dalle veneziane. All’interno dell’open space, una parete plissettata in vetro separa gli uffici chiusi dal resto dell’ambiente, garantendo anche privacy e isolamento acustico per il lavoro individuale, senza compromettere la permeabilità visiva.
Completano il progetto varie sale meeting, una sala da pranzo e una sala circolare polifunzionale, pensata per accogliere attività diverse: incontri, momenti di lavoro collettivo o eventi. La sua forma e posizione permettono un utilizzo flessibile e trasversale rispetto all’intero ambiente.
Progettazione Interiors (fit-out) De Amicis Architetti
Responsabile lavori De Amicis Architetti
Progettazione impianti meccanici ed elettrici Tecneas srl
Direzione lavori impianti meccanici ed elettrici Tecneas srl
Coordinamento della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione Valentina Poggi
Assuntore dei lavori Masaso srl
Crediti Fotografici Alberto Strada