Il progetto della nuova scuola nasce come un intervento di rigenerazione urbana, con l’obiettivo di trasformare un’area suburbana frammentata in un nuovo centro cittadino. Al centro dell’intervento c’è la creazione di una piazza verde pubblica, pensata come spazio aperto, vissuto e condiviso, che insieme alla scuola esistente e ai nuovi spazi pubblici va a costituire una nuova polarità urbana, complementare a quella del Municipio.
L’idea è quella di “costruire il vuoto”, dando forma e identità a uno spazio collettivo che oggi è indefinito. La scuola si configura come una corte a U, ispirata a una composizione neoclassica – per rigore, simmetria e uso di porticati – ma reinterpretata in chiave contemporanea. I tetti verdi e le molteplici connessioni con l’esterno ampliano la fruibilità degli spazi, rendendo l’edificio parte attiva del paesaggio urbano.
Uno degli elementi chiave è il grande arco di ingresso, una figura archetipica che segna simbolicamente l’accesso e crea un nuovo spazio pubblico coperto. La sua posizione leggermente decentrata crea una relazione visiva e funzionale con la scuola esistente e i giardini, contribuendo alla definizione del nuovo centro civico.
Il progetto propone una grande varietà di spazi per l’apprendimento, il gioco e la socialità, pensati per essere usati dalla scuola e dalla comunità: portici, patii, gradonate, chiostro, “pratone”, campi sportivi e atri scolastici, ciascuno con una propria identità. Gli spazi didattici sono organizzati con chiarezza funzionale lungo due bracci simmetrici, con 26 aule quadrate, ognuna affacciata su un giardino dedicato pensato anche per attività laboratoriali.
Le funzioni più pubbliche – biblioteca, mensa, auditorium, palestra e bar – sono collocate in posizione strategica per favorire l’apertura verso il quartiere. Il progetto si ispira ai principi educativi di Loris Malaguzzi, valorizzando la flessibilità degli spazi e il rapporto tra interno ed esterno.
L’edificio è progettato con sistemi di prefabbricazione modulare, favoriti dal rigore della pianta, che consente una produzione fuori opera con tecnologie semplici e non specialistiche, svincolate da fornitori specifici. Ciò permette di ottimizzare costi, tempi e montaggio.
Il materiale principale è il cemento faccia a vista, colorato con ossidi e lavorato con diverse texture, capace di conferire valore estetico a un materiale semplice ed economico. L’isolamento è interno, con vantaggi sia funzionali che costruttivi. Ampie vetrate continue aprono le superfici murarie, contribuendo a un ambiente luminoso.
Anche gli interni seguono un linguaggio essenziale, con pochi materiali “poveri” utilizzati su larga scala ma curati nei dettagli. Una scelta che risponde a criteri economici, manutentivi ed etici: fare di più con meno è visto non solo come un approccio pratico, ma come il vero principio guida della sostenibilità.
Il progetto della nuova scuola nasce come un intervento di rigenerazione urbana, con l’obiettivo di trasformare un’area suburbana frammentata in un nuovo centro cittadino. Al centro dell’intervento c’è la creazione di una piazza verde pubblica, pensata come spazio aperto, vissuto e condiviso, che insieme alla scuola esistente e ai nuovi spazi pubblici va a costituire una nuova polarità urbana, complementare a quella del Municipio.
L’idea è quella di “costruire il vuoto”, dando forma e identità a uno spazio collettivo che oggi è indefinito. La scuola si configura come una corte a U, ispirata a una composizione neoclassica – per rigore, simmetria e uso di porticati – ma reinterpretata in chiave contemporanea. I tetti verdi e le molteplici connessioni con l’esterno ampliano la fruibilità degli spazi, rendendo l’edificio parte attiva del paesaggio urbano.
Uno degli elementi chiave è il grande arco di ingresso, una figura archetipica che segna simbolicamente l’accesso e crea un nuovo spazio pubblico coperto. La sua posizione leggermente decentrata crea una relazione visiva e funzionale con la scuola esistente e i giardini, contribuendo alla definizione del nuovo centro civico.
Il progetto propone una grande varietà di spazi per l’apprendimento, il gioco e la socialità, pensati per essere usati dalla scuola e dalla comunità: portici, patii, gradonate, chiostro, “pratone”, campi sportivi e atri scolastici, ciascuno con una propria identità. Gli spazi didattici sono organizzati con chiarezza funzionale lungo due bracci simmetrici, con 26 aule quadrate, ognuna affacciata su un giardino dedicato pensato anche per attività laboratoriali.
Le funzioni più pubbliche – biblioteca, mensa, auditorium, palestra e bar – sono collocate in posizione strategica per favorire l’apertura verso il quartiere. Il progetto si ispira ai principi educativi di Loris Malaguzzi, valorizzando la flessibilità degli spazi e il rapporto tra interno ed esterno.
L’edificio è progettato con sistemi di prefabbricazione modulare, favoriti dal rigore della pianta, che consente una produzione fuori opera con tecnologie semplici e non specialistiche, svincolate da fornitori specifici. Ciò permette di ottimizzare costi, tempi e montaggio.
Il materiale principale è il cemento faccia a vista, colorato con ossidi e lavorato con diverse texture, capace di conferire valore estetico a un materiale semplice ed economico. L’isolamento è interno, con vantaggi sia funzionali che costruttivi. Ampie vetrate continue aprono le superfici murarie, contribuendo a un ambiente luminoso.
Anche gli interni seguono un linguaggio essenziale, con pochi materiali “poveri” utilizzati su larga scala ma curati nei dettagli. Una scelta che risponde a criteri economici, manutentivi ed etici: fare di più con meno è visto non solo come un approccio pratico, ma come il vero principio guida della sostenibilità.
Il progetto della nuova scuola nasce come un intervento di rigenerazione urbana, con l’obiettivo di trasformare un’area suburbana frammentata in un nuovo centro cittadino. Al centro dell’intervento c’è la creazione di una piazza verde pubblica, pensata come spazio aperto, vissuto e condiviso, che insieme alla scuola esistente e ai nuovi spazi pubblici va a costituire una nuova polarità urbana, complementare a quella del Municipio.
L’idea è quella di “costruire il vuoto”, dando forma e identità a uno spazio collettivo che oggi è indefinito. La scuola si configura come una corte a U, ispirata a una composizione neoclassica – per rigore, simmetria e uso di porticati – ma reinterpretata in chiave contemporanea. I tetti verdi e le molteplici connessioni con l’esterno ampliano la fruibilità degli spazi, rendendo l’edificio parte attiva del paesaggio urbano.
Uno degli elementi chiave è il grande arco di ingresso, una figura archetipica che segna simbolicamente l’accesso e crea un nuovo spazio pubblico coperto. La sua posizione leggermente decentrata crea una relazione visiva e funzionale con la scuola esistente e i giardini, contribuendo alla definizione del nuovo centro civico.
Il progetto propone una grande varietà di spazi per l’apprendimento, il gioco e la socialità, pensati per essere usati dalla scuola e dalla comunità: portici, patii, gradonate, chiostro, “pratone”, campi sportivi e atri scolastici, ciascuno con una propria identità. Gli spazi didattici sono organizzati con chiarezza funzionale lungo due bracci simmetrici, con 26 aule quadrate, ognuna affacciata su un giardino dedicato pensato anche per attività laboratoriali.
Le funzioni più pubbliche – biblioteca, mensa, auditorium, palestra e bar – sono collocate in posizione strategica per favorire l’apertura verso il quartiere. Il progetto si ispira ai principi educativi di Loris Malaguzzi, valorizzando la flessibilità degli spazi e il rapporto tra interno ed esterno.
L’edificio è progettato con sistemi di prefabbricazione modulare, favoriti dal rigore della pianta, che consente una produzione fuori opera con tecnologie semplici e non specialistiche, svincolate da fornitori specifici. Ciò permette di ottimizzare costi, tempi e montaggio.
Il materiale principale è il cemento faccia a vista, colorato con ossidi e lavorato con diverse texture, capace di conferire valore estetico a un materiale semplice ed economico. L’isolamento è interno, con vantaggi sia funzionali che costruttivi. Ampie vetrate continue aprono le superfici murarie, contribuendo a un ambiente luminoso.
Anche gli interni seguono un linguaggio essenziale, con pochi materiali “poveri” utilizzati su larga scala ma curati nei dettagli. Una scelta che risponde a criteri economici, manutentivi ed etici: fare di più con meno è visto non solo come un approccio pratico, ma come il vero principio guida della sostenibilità.
Il progetto della nuova scuola nasce come un intervento di rigenerazione urbana, con l’obiettivo di trasformare un’area suburbana frammentata in un nuovo centro cittadino. Al centro dell’intervento c’è la creazione di una piazza verde pubblica, pensata come spazio aperto, vissuto e condiviso, che insieme alla scuola esistente e ai nuovi spazi pubblici va a costituire una nuova polarità urbana, complementare a quella del Municipio.
L’idea è quella di “costruire il vuoto”, dando forma e identità a uno spazio collettivo che oggi è indefinito. La scuola si configura come una corte a U, ispirata a una composizione neoclassica – per rigore, simmetria e uso di porticati – ma reinterpretata in chiave contemporanea. I tetti verdi e le molteplici connessioni con l’esterno ampliano la fruibilità degli spazi, rendendo l’edificio parte attiva del paesaggio urbano.
Uno degli elementi chiave è il grande arco di ingresso, una figura archetipica che segna simbolicamente l’accesso e crea un nuovo spazio pubblico coperto. La sua posizione leggermente decentrata crea una relazione visiva e funzionale con la scuola esistente e i giardini, contribuendo alla definizione del nuovo centro civico.
Il progetto propone una grande varietà di spazi per l’apprendimento, il gioco e la socialità, pensati per essere usati dalla scuola e dalla comunità: portici, patii, gradonate, chiostro, “pratone”, campi sportivi e atri scolastici, ciascuno con una propria identità. Gli spazi didattici sono organizzati con chiarezza funzionale lungo due bracci simmetrici, con 26 aule quadrate, ognuna affacciata su un giardino dedicato pensato anche per attività laboratoriali.
Le funzioni più pubbliche – biblioteca, mensa, auditorium, palestra e bar – sono collocate in posizione strategica per favorire l’apertura verso il quartiere. Il progetto si ispira ai principi educativi di Loris Malaguzzi, valorizzando la flessibilità degli spazi e il rapporto tra interno ed esterno.
L’edificio è progettato con sistemi di prefabbricazione modulare, favoriti dal rigore della pianta, che consente una produzione fuori opera con tecnologie semplici e non specialistiche, svincolate da fornitori specifici. Ciò permette di ottimizzare costi, tempi e montaggio.
Il materiale principale è il cemento faccia a vista, colorato con ossidi e lavorato con diverse texture, capace di conferire valore estetico a un materiale semplice ed economico. L’isolamento è interno, con vantaggi sia funzionali che costruttivi. Ampie vetrate continue aprono le superfici murarie, contribuendo a un ambiente luminoso.
Anche gli interni seguono un linguaggio essenziale, con pochi materiali “poveri” utilizzati su larga scala ma curati nei dettagli. Una scelta che risponde a criteri economici, manutentivi ed etici: fare di più con meno è visto non solo come un approccio pratico, ma come il vero principio guida della sostenibilità.
Il progetto della nuova scuola nasce come un intervento di rigenerazione urbana, con l’obiettivo di trasformare un’area suburbana frammentata in un nuovo centro cittadino. Al centro dell’intervento c’è la creazione di una piazza verde pubblica, pensata come spazio aperto, vissuto e condiviso, che insieme alla scuola esistente e ai nuovi spazi pubblici va a costituire una nuova polarità urbana, complementare a quella del Municipio.
L’idea è quella di “costruire il vuoto”, dando forma e identità a uno spazio collettivo che oggi è indefinito. La scuola si configura come una corte a U, ispirata a una composizione neoclassica – per rigore, simmetria e uso di porticati – ma reinterpretata in chiave contemporanea. I tetti verdi e le molteplici connessioni con l’esterno ampliano la fruibilità degli spazi, rendendo l’edificio parte attiva del paesaggio urbano.
Uno degli elementi chiave è il grande arco di ingresso, una figura archetipica che segna simbolicamente l’accesso e crea un nuovo spazio pubblico coperto. La sua posizione leggermente decentrata crea una relazione visiva e funzionale con la scuola esistente e i giardini, contribuendo alla definizione del nuovo centro civico.
Il progetto propone una grande varietà di spazi per l’apprendimento, il gioco e la socialità, pensati per essere usati dalla scuola e dalla comunità: portici, patii, gradonate, chiostro, “pratone”, campi sportivi e atri scolastici, ciascuno con una propria identità. Gli spazi didattici sono organizzati con chiarezza funzionale lungo due bracci simmetrici, con 26 aule quadrate, ognuna affacciata su un giardino dedicato pensato anche per attività laboratoriali.
Le funzioni più pubbliche – biblioteca, mensa, auditorium, palestra e bar – sono collocate in posizione strategica per favorire l’apertura verso il quartiere. Il progetto si ispira ai principi educativi di Loris Malaguzzi, valorizzando la flessibilità degli spazi e il rapporto tra interno ed esterno.
L’edificio è progettato con sistemi di prefabbricazione modulare, favoriti dal rigore della pianta, che consente una produzione fuori opera con tecnologie semplici e non specialistiche, svincolate da fornitori specifici. Ciò permette di ottimizzare costi, tempi e montaggio.
Il materiale principale è il cemento faccia a vista, colorato con ossidi e lavorato con diverse texture, capace di conferire valore estetico a un materiale semplice ed economico. L’isolamento è interno, con vantaggi sia funzionali che costruttivi. Ampie vetrate continue aprono le superfici murarie, contribuendo a un ambiente luminoso.
Anche gli interni seguono un linguaggio essenziale, con pochi materiali “poveri” utilizzati su larga scala ma curati nei dettagli. Una scelta che risponde a criteri economici, manutentivi ed etici: fare di più con meno è visto non solo come un approccio pratico, ma come il vero principio guida della sostenibilità.
Il progetto della nuova scuola nasce come un intervento di rigenerazione urbana, con l’obiettivo di trasformare un’area suburbana frammentata in un nuovo centro cittadino. Al centro dell’intervento c’è la creazione di una piazza verde pubblica, pensata come spazio aperto, vissuto e condiviso, che insieme alla scuola esistente e ai nuovi spazi pubblici va a costituire una nuova polarità urbana, complementare a quella del Municipio.
L’idea è quella di “costruire il vuoto”, dando forma e identità a uno spazio collettivo che oggi è indefinito. La scuola si configura come una corte a U, ispirata a una composizione neoclassica – per rigore, simmetria e uso di porticati – ma reinterpretata in chiave contemporanea. I tetti verdi e le molteplici connessioni con l’esterno ampliano la fruibilità degli spazi, rendendo l’edificio parte attiva del paesaggio urbano.
Uno degli elementi chiave è il grande arco di ingresso, una figura archetipica che segna simbolicamente l’accesso e crea un nuovo spazio pubblico coperto. La sua posizione leggermente decentrata crea una relazione visiva e funzionale con la scuola esistente e i giardini, contribuendo alla definizione del nuovo centro civico.
Il progetto propone una grande varietà di spazi per l’apprendimento, il gioco e la socialità, pensati per essere usati dalla scuola e dalla comunità: portici, patii, gradonate, chiostro, “pratone”, campi sportivi e atri scolastici, ciascuno con una propria identità. Gli spazi didattici sono organizzati con chiarezza funzionale lungo due bracci simmetrici, con 26 aule quadrate, ognuna affacciata su un giardino dedicato pensato anche per attività laboratoriali.
Le funzioni più pubbliche – biblioteca, mensa, auditorium, palestra e bar – sono collocate in posizione strategica per favorire l’apertura verso il quartiere. Il progetto si ispira ai principi educativi di Loris Malaguzzi, valorizzando la flessibilità degli spazi e il rapporto tra interno ed esterno.
L’edificio è progettato con sistemi di prefabbricazione modulare, favoriti dal rigore della pianta, che consente una produzione fuori opera con tecnologie semplici e non specialistiche, svincolate da fornitori specifici. Ciò permette di ottimizzare costi, tempi e montaggio.
Il materiale principale è il cemento faccia a vista, colorato con ossidi e lavorato con diverse texture, capace di conferire valore estetico a un materiale semplice ed economico. L’isolamento è interno, con vantaggi sia funzionali che costruttivi. Ampie vetrate continue aprono le superfici murarie, contribuendo a un ambiente luminoso.
Anche gli interni seguono un linguaggio essenziale, con pochi materiali “poveri” utilizzati su larga scala ma curati nei dettagli. Una scelta che risponde a criteri economici, manutentivi ed etici: fare di più con meno è visto non solo come un approccio pratico, ma come il vero principio guida della sostenibilità.
Il progetto della nuova scuola nasce come un intervento di rigenerazione urbana, con l’obiettivo di trasformare un’area suburbana frammentata in un nuovo centro cittadino. Al centro dell’intervento c’è la creazione di una piazza verde pubblica, pensata come spazio aperto, vissuto e condiviso, che insieme alla scuola esistente e ai nuovi spazi pubblici va a costituire una nuova polarità urbana, complementare a quella del Municipio.
L’idea è quella di “costruire il vuoto”, dando forma e identità a uno spazio collettivo che oggi è indefinito. La scuola si configura come una corte a U, ispirata a una composizione neoclassica – per rigore, simmetria e uso di porticati – ma reinterpretata in chiave contemporanea. I tetti verdi e le molteplici connessioni con l’esterno ampliano la fruibilità degli spazi, rendendo l’edificio parte attiva del paesaggio urbano.
Uno degli elementi chiave è il grande arco di ingresso, una figura archetipica che segna simbolicamente l’accesso e crea un nuovo spazio pubblico coperto. La sua posizione leggermente decentrata crea una relazione visiva e funzionale con la scuola esistente e i giardini, contribuendo alla definizione del nuovo centro civico.
Il progetto propone una grande varietà di spazi per l’apprendimento, il gioco e la socialità, pensati per essere usati dalla scuola e dalla comunità: portici, patii, gradonate, chiostro, “pratone”, campi sportivi e atri scolastici, ciascuno con una propria identità. Gli spazi didattici sono organizzati con chiarezza funzionale lungo due bracci simmetrici, con 26 aule quadrate, ognuna affacciata su un giardino dedicato pensato anche per attività laboratoriali.
Le funzioni più pubbliche – biblioteca, mensa, auditorium, palestra e bar – sono collocate in posizione strategica per favorire l’apertura verso il quartiere. Il progetto si ispira ai principi educativi di Loris Malaguzzi, valorizzando la flessibilità degli spazi e il rapporto tra interno ed esterno.
L’edificio è progettato con sistemi di prefabbricazione modulare, favoriti dal rigore della pianta, che consente una produzione fuori opera con tecnologie semplici e non specialistiche, svincolate da fornitori specifici. Ciò permette di ottimizzare costi, tempi e montaggio.
Il materiale principale è il cemento faccia a vista, colorato con ossidi e lavorato con diverse texture, capace di conferire valore estetico a un materiale semplice ed economico. L’isolamento è interno, con vantaggi sia funzionali che costruttivi. Ampie vetrate continue aprono le superfici murarie, contribuendo a un ambiente luminoso.
Anche gli interni seguono un linguaggio essenziale, con pochi materiali “poveri” utilizzati su larga scala ma curati nei dettagli. Una scelta che risponde a criteri economici, manutentivi ed etici: fare di più con meno è visto non solo come un approccio pratico, ma come il vero principio guida della sostenibilità.
Il progetto della nuova scuola nasce come un intervento di rigenerazione urbana, con l’obiettivo di trasformare un’area suburbana frammentata in un nuovo centro cittadino. Al centro dell’intervento c’è la creazione di una piazza verde pubblica, pensata come spazio aperto, vissuto e condiviso, che insieme alla scuola esistente e ai nuovi spazi pubblici va a costituire una nuova polarità urbana, complementare a quella del Municipio.
L’idea è quella di “costruire il vuoto”, dando forma e identità a uno spazio collettivo che oggi è indefinito. La scuola si configura come una corte a U, ispirata a una composizione neoclassica – per rigore, simmetria e uso di porticati – ma reinterpretata in chiave contemporanea. I tetti verdi e le molteplici connessioni con l’esterno ampliano la fruibilità degli spazi, rendendo l’edificio parte attiva del paesaggio urbano.
Uno degli elementi chiave è il grande arco di ingresso, una figura archetipica che segna simbolicamente l’accesso e crea un nuovo spazio pubblico coperto. La sua posizione leggermente decentrata crea una relazione visiva e funzionale con la scuola esistente e i giardini, contribuendo alla definizione del nuovo centro civico.
Il progetto propone una grande varietà di spazi per l’apprendimento, il gioco e la socialità, pensati per essere usati dalla scuola e dalla comunità: portici, patii, gradonate, chiostro, “pratone”, campi sportivi e atri scolastici, ciascuno con una propria identità. Gli spazi didattici sono organizzati con chiarezza funzionale lungo due bracci simmetrici, con 26 aule quadrate, ognuna affacciata su un giardino dedicato pensato anche per attività laboratoriali.
Le funzioni più pubbliche – biblioteca, mensa, auditorium, palestra e bar – sono collocate in posizione strategica per favorire l’apertura verso il quartiere. Il progetto si ispira ai principi educativi di Loris Malaguzzi, valorizzando la flessibilità degli spazi e il rapporto tra interno ed esterno.
L’edificio è progettato con sistemi di prefabbricazione modulare, favoriti dal rigore della pianta, che consente una produzione fuori opera con tecnologie semplici e non specialistiche, svincolate da fornitori specifici. Ciò permette di ottimizzare costi, tempi e montaggio.
Il materiale principale è il cemento faccia a vista, colorato con ossidi e lavorato con diverse texture, capace di conferire valore estetico a un materiale semplice ed economico. L’isolamento è interno, con vantaggi sia funzionali che costruttivi. Ampie vetrate continue aprono le superfici murarie, contribuendo a un ambiente luminoso.
Anche gli interni seguono un linguaggio essenziale, con pochi materiali “poveri” utilizzati su larga scala ma curati nei dettagli. Una scelta che risponde a criteri economici, manutentivi ed etici: fare di più con meno è visto non solo come un approccio pratico, ma come il vero principio guida della sostenibilità.
Il progetto della nuova scuola nasce come un intervento di rigenerazione urbana, con l’obiettivo di trasformare un’area suburbana frammentata in un nuovo centro cittadino. Al centro dell’intervento c’è la creazione di una piazza verde pubblica, pensata come spazio aperto, vissuto e condiviso, che insieme alla scuola esistente e ai nuovi spazi pubblici va a costituire una nuova polarità urbana, complementare a quella del Municipio.
L’idea è quella di “costruire il vuoto”, dando forma e identità a uno spazio collettivo che oggi è indefinito. La scuola si configura come una corte a U, ispirata a una composizione neoclassica – per rigore, simmetria e uso di porticati – ma reinterpretata in chiave contemporanea. I tetti verdi e le molteplici connessioni con l’esterno ampliano la fruibilità degli spazi, rendendo l’edificio parte attiva del paesaggio urbano.
Uno degli elementi chiave è il grande arco di ingresso, una figura archetipica che segna simbolicamente l’accesso e crea un nuovo spazio pubblico coperto. La sua posizione leggermente decentrata crea una relazione visiva e funzionale con la scuola esistente e i giardini, contribuendo alla definizione del nuovo centro civico.
Il progetto propone una grande varietà di spazi per l’apprendimento, il gioco e la socialità, pensati per essere usati dalla scuola e dalla comunità: portici, patii, gradonate, chiostro, “pratone”, campi sportivi e atri scolastici, ciascuno con una propria identità. Gli spazi didattici sono organizzati con chiarezza funzionale lungo due bracci simmetrici, con 26 aule quadrate, ognuna affacciata su un giardino dedicato pensato anche per attività laboratoriali.
Le funzioni più pubbliche – biblioteca, mensa, auditorium, palestra e bar – sono collocate in posizione strategica per favorire l’apertura verso il quartiere. Il progetto si ispira ai principi educativi di Loris Malaguzzi, valorizzando la flessibilità degli spazi e il rapporto tra interno ed esterno.
L’edificio è progettato con sistemi di prefabbricazione modulare, favoriti dal rigore della pianta, che consente una produzione fuori opera con tecnologie semplici e non specialistiche, svincolate da fornitori specifici. Ciò permette di ottimizzare costi, tempi e montaggio.
Il materiale principale è il cemento faccia a vista, colorato con ossidi e lavorato con diverse texture, capace di conferire valore estetico a un materiale semplice ed economico. L’isolamento è interno, con vantaggi sia funzionali che costruttivi. Ampie vetrate continue aprono le superfici murarie, contribuendo a un ambiente luminoso.
Anche gli interni seguono un linguaggio essenziale, con pochi materiali “poveri” utilizzati su larga scala ma curati nei dettagli. Una scelta che risponde a criteri economici, manutentivi ed etici: fare di più con meno è visto non solo come un approccio pratico, ma come il vero principio guida della sostenibilità.