Progettata tra il 1955 e il 1957 per il complesso Pirelli, questa “scatola tecnologica” ha avuto un ruolo sociale rilevante nella vita di fabbrica, pur restando ai margini della storiografia architettonica milanese. Giacomo De Amicis ne analizza i principi progettuali, rivelandone il contributo alla declinazione milanese dell’International Style.

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Progettata tra il 1955 e il 1957, per quasi mezzo secolo la preziosa scatola tecnologica situata ai margini del recinto industriale Pirelli ha svolto un ruolo significativo nella storia sociale della vita della fabbrica: apparentemente laterale rispetto ai grandi percorsi della storiografia dell'architettura moderna milanese del secondo dopoguerra, costituisce un delicato tassello di quella generazione di "architetture di vetro che hanno segnato la colta alfabetizzazione dell'International Style alla milanese". Giacomo De Amicis con il suo sguardo di architetto ci offre un'analisi dell'opera in sé, alla ricerca dei principi fondativi che costituiscono le ragioni di un processo progettuale capace di risposte culturali.
Progettata tra il 1955 e il 1957, per quasi mezzo secolo la preziosa scatola tecnologica situata ai margini del recinto industriale Pirelli ha svolto un ruolo significativo nella storia sociale della vita della fabbrica: apparentemente laterale rispetto ai grandi percorsi della storiografia dell'architettura moderna milanese del secondo dopoguerra, costituisce un delicato tassello di quella generazione di "architetture di vetro che hanno segnato la colta alfabetizzazione dell'International Style alla milanese". Giacomo De Amicis con il suo sguardo di architetto ci offre un'analisi dell'opera in sé, alla ricerca dei principi fondativi che costituiscono le ragioni di un processo progettuale capace di risposte culturali.
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Autore Giacomo De Amicis
Prefazione Fulvio Irace
Luogo e anno di pubblicazione Milano, 2002