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La metamorfosi urbana dei centri sportivi: ridefinire il ruolo, riscoprire il valore e sfruttare le potenzialità del patrimonio edilizio e sociale esistente

 

La ricerca, commissionata alla SDA Bocconi all’inizio del 2021, è stata sviluppata dal team di lavoro composto dal Prof. Piero Almiento, Direttore della ricerca, da deamicisarchitetti, Committente e co‐autore, e dallo studio legale Duca, consulenza legale e contributi di settore.

 

La ricerca si caratterizza per uno sguardo multidisciplinare che ha preso l’avvio dall’analisi e dall’interpretazione di una diffusa raccolta dati sui centri sportivi milanesi.

 

L’obiettivo ultimo della ricerca è indagare e capire a fondo i problemi che affliggono da decenni questo settore e dall’altro coglierne le opportunità e offrire scenari per la loro riqualificazione.

A partire dall’analisi dello status quo, è stata sviluppata un’ipotesi di intervento su larga scala, basata su una nuova interpretazione dei luoghi e sullo sviluppo dei siti, in modo da configurare un nuovo rapporto con la città.

 

La ricerca propone di operare uno “scarto culturale” per ripensare completamente i centri sportivi: in termini di servizi offerti, che sono da ampliare tramite l’inserimento di nuove e variegate attività, dal punto di vista del modello economico e gestionale, alla ricerca di soluzioni in grado di autofinanziare i nuovi investimenti pubblici o privati, ma soprattutto sotto il profilo della loro concezione, che deve superare l’attuale formula di semplice fornitura di servizi racchiusi in un recinto invalicabile, in favore di strutture aperte, dialoganti anche fisicamente con la città, in cui il circuito delle attività sportive possa convivere con quello, fruibile da tutti, degli spazi pubblici.

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La metamorfosi urbana dei centri sportivi: ridefinire il ruolo, riscoprire il valore e sfruttare le potenzialità del patrimonio edilizio e sociale esistente

 

La ricerca, commissionata alla SDA Bocconi all’inizio del 2021, è stata sviluppata dal team di lavoro composto dal Prof. Piero Almiento, Direttore della ricerca, da deamicisarchitetti, Committente e co‐autore, e dallo studio legale Duca, consulenza legale e contributi di settore.

 

La ricerca si caratterizza per uno sguardo multidisciplinare che ha preso l’avvio dall’analisi e dall’interpretazione di una diffusa raccolta dati sui centri sportivi milanesi.

 

L’obiettivo ultimo della ricerca è indagare e capire a fondo i problemi che affliggono da decenni questo settore e dall’altro coglierne le opportunità e offrire scenari per la loro riqualificazione.

A partire dall’analisi dello status quo, è stata sviluppata un’ipotesi di intervento su larga scala, basata su una nuova interpretazione dei luoghi e sullo sviluppo dei siti, in modo da configurare un nuovo rapporto con la città.

 

La ricerca propone di operare uno “scarto culturale” per ripensare completamente i centri sportivi: in termini di servizi offerti, che sono da ampliare tramite l’inserimento di nuove e variegate attività, dal punto di vista del modello economico e gestionale, alla ricerca di soluzioni in grado di autofinanziare i nuovi investimenti pubblici o privati, ma soprattutto sotto il profilo della loro concezione, che deve superare l’attuale formula di semplice fornitura di servizi racchiusi in un recinto invalicabile, in favore di strutture aperte, dialoganti anche fisicamente con la città, in cui il circuito delle attività sportive possa convivere con quello, fruibile da tutti, degli spazi pubblici.

La metamorfosi urbana dei centri sportivi: ridefinire il ruolo, riscoprire il valore e sfruttare le potenzialità del patrimonio edilizio e sociale esistente

 

La ricerca, commissionata alla SDA Bocconi all’inizio del 2021, è stata sviluppata dal team di lavoro composto dal Prof. Piero Almiento, Direttore della ricerca, da deamicisarchitetti, Committente e co‐autore, e dallo studio legale Duca, consulenza legale e contributi di settore.

 

La ricerca si caratterizza per uno sguardo multidisciplinare che ha preso l’avvio dall’analisi e dall’interpretazione di una diffusa raccolta dati sui centri sportivi milanesi.

 

L’obiettivo ultimo della ricerca è indagare e capire a fondo i problemi che affliggono da decenni questo settore e dall’altro coglierne le opportunità e offrire scenari per la loro riqualificazione.

A partire dall’analisi dello status quo, è stata sviluppata un’ipotesi di intervento su larga scala, basata su una nuova interpretazione dei luoghi e sullo sviluppo dei siti, in modo da configurare un nuovo rapporto con la città.

 

La ricerca propone di operare uno “scarto culturale” per ripensare completamente i centri sportivi: in termini di servizi offerti, che sono da ampliare tramite l’inserimento di nuove e variegate attività, dal punto di vista del modello economico e gestionale, alla ricerca di soluzioni in grado di autofinanziare i nuovi investimenti pubblici o privati, ma soprattutto sotto il profilo della loro concezione, che deve superare l’attuale formula di semplice fornitura di servizi racchiusi in un recinto invalicabile, in favore di strutture aperte, dialoganti anche fisicamente con la città, in cui il circuito delle attività sportive possa convivere con quello, fruibile da tutti, degli spazi pubblici.

La metamorfosi urbana dei centri sportivi: ridefinire il ruolo, riscoprire il valore e sfruttare le potenzialità del patrimonio edilizio e sociale esistente

 

La ricerca, commissionata alla SDA Bocconi all’inizio del 2021, è stata sviluppata dal team di lavoro composto dal Prof. Piero Almiento, Direttore della ricerca, da deamicisarchitetti, Committente e co‐autore, e dallo studio legale Duca, consulenza legale e contributi di settore.

 

La ricerca si caratterizza per uno sguardo multidisciplinare che ha preso l’avvio dall’analisi e dall’interpretazione di una diffusa raccolta dati sui centri sportivi milanesi.

 

L’obiettivo ultimo della ricerca è indagare e capire a fondo i problemi che affliggono da decenni questo settore e dall’altro coglierne le opportunità e offrire scenari per la loro riqualificazione.

A partire dall’analisi dello status quo, è stata sviluppata un’ipotesi di intervento su larga scala, basata su una nuova interpretazione dei luoghi e sullo sviluppo dei siti, in modo da configurare un nuovo rapporto con la città.

 

La ricerca propone di operare uno “scarto culturale” per ripensare completamente i centri sportivi: in termini di servizi offerti, che sono da ampliare tramite l’inserimento di nuove e variegate attività, dal punto di vista del modello economico e gestionale, alla ricerca di soluzioni in grado di autofinanziare i nuovi investimenti pubblici o privati, ma soprattutto sotto il profilo della loro concezione, che deve superare l’attuale formula di semplice fornitura di servizi racchiusi in un recinto invalicabile, in favore di strutture aperte, dialoganti anche fisicamente con la città, in cui il circuito delle attività sportive possa convivere con quello, fruibile da tutti, degli spazi pubblici.

La metamorfosi urbana dei centri sportivi: ridefinire il ruolo, riscoprire il valore e sfruttare le potenzialità del patrimonio edilizio e sociale esistente

 

La ricerca, commissionata alla SDA Bocconi all’inizio del 2021, è stata sviluppata dal team di lavoro composto dal Prof. Piero Almiento, Direttore della ricerca, da deamicisarchitetti, Committente e co‐autore, e dallo studio legale Duca, consulenza legale e contributi di settore.

 

La ricerca si caratterizza per uno sguardo multidisciplinare che ha preso l’avvio dall’analisi e dall’interpretazione di una diffusa raccolta dati sui centri sportivi milanesi.

 

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Ci sono momenti in cui le città si trovano di fronte a nuove occasioni per ripensare sé stesse. A volte accade per eventi straordinari, altre per la fine di un ciclo economico, o per la crescita di una nuova consapevolezza collettiva. Milano, negli ultimi decenni, ha vissuto molte trasformazioni urbane importanti, dai grandi progetti di riqualificazione delle aree industriali dismesse, all’Expo, fino agli attuali interventi sugli scali ferroviari.

Ma accanto a queste grandi operazioni esiste anche un cambiamento più silenzioso, diffuso, spesso invisibile ma capace di trasformare profondamente la città: è quello che nasce da piccoli spazi, da interventi locali e accessibili, in grado di incidere rapidamente sulla qualità della vita. Questo libro vuole accendere l’attenzione su una risorsa spesso trascurata ma ricca di potenziale: gli impianti sportivi pubblici. Patrimoni spesso in disuso, ma che, se ripensati, possono diventare motore di rigenerazione urbana e sociale, soprattutto nelle periferie.

Ci sono momenti in cui le città si trovano di fronte a nuove occasioni per ripensare sé stesse. A volte accade per eventi straordinari, altre per la fine di un ciclo economico, o per la crescita di una nuova consapevolezza collettiva. Milano, negli ultimi decenni, ha vissuto molte trasformazioni urbane importanti, dai grandi progetti di riqualificazione delle aree industriali dismesse, all’Expo, fino agli attuali interventi sugli scali ferroviari.

Ma accanto a queste grandi operazioni esiste anche un cambiamento più silenzioso, diffuso, spesso invisibile ma capace di trasformare profondamente la città: è quello che nasce da piccoli spazi, da interventi locali e accessibili, in grado di incidere rapidamente sulla qualità della vita. Questo libro vuole accendere l’attenzione su una risorsa spesso trascurata ma ricca di potenziale: gli impianti sportivi pubblici. Patrimoni spesso in disuso, ma che, se ripensati, possono diventare motore di rigenerazione urbana e sociale, soprattutto nelle periferie.

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Ci sono momenti in cui le città si trovano di fronte a nuove occasioni per ripensare sé stesse. A volte accade per eventi straordinari, altre per la fine di un ciclo economico, o per la crescita di una nuova consapevolezza collettiva. Milano, negli ultimi decenni, ha vissuto molte trasformazioni urbane importanti, dai grandi progetti di riqualificazione delle aree industriali dismesse, all’Expo, fino agli attuali interventi sugli scali ferroviari.

Ma accanto a queste grandi operazioni esiste anche un cambiamento più silenzioso, diffuso, spesso invisibile ma capace di trasformare profondamente la città: è quello che nasce da piccoli spazi, da interventi locali e accessibili, in grado di incidere rapidamente sulla qualità della vita. Questo libro vuole accendere l’attenzione su una risorsa spesso trascurata ma ricca di potenziale: gli impianti sportivi pubblici. Patrimoni spesso in disuso, ma che, se ripensati, possono diventare motore di rigenerazione urbana e sociale, soprattutto nelle periferie.

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I centri sportivi di Milano in dati

I primi dati, di carattere oggettivo e quantitativo, hanno consentito di restituire un’immagine complessiva dei Centri e di raccontare il rapporto tra essi e la città sia a livello dimensionale che a livello di collocazione nel territorio.

L’indagine ha analizzato 136 Centri Sportivi di Milano, utilizzando un database dell’Ufficio Sport del Comune. È stato ritenuto centrale mappare i NIL (Nuclei di Identità Locale), quartieri rilevanti nel modello della “città da 15 minuti”, dove tutti i servizi devono essere raggiungibili in 15 minuti a piedi o in bici.Un approfondimento su 30 centri sportivi, selezionati tramite questionario online, ha fornito dati qualitativi utili a comprendere il funzionamento e l’utilizzo delle strutture. Il campione è stato considerato rappresentativo poiché include almeno un centro per ogni zona e almeno tre per ogni dimensione.

I centri sportivi di Milano in dati

I primi dati, di carattere oggettivo e quantitativo, hanno consentito di restituire un’immagine complessiva dei Centri e di raccontare il rapporto tra essi e la città sia a livello dimensionale che a livello di collocazione nel territorio.

L’indagine ha analizzato 136 Centri Sportivi di Milano, utilizzando un database dell’Ufficio Sport del Comune. È stato ritenuto centrale mappare i NIL (Nuclei di Identità Locale), quartieri rilevanti nel modello della “città da 15 minuti”, dove tutti i servizi devono essere raggiungibili in 15 minuti a piedi o in bici.Un approfondimento su 30 centri sportivi, selezionati tramite questionario online, ha fornito dati qualitativi utili a comprendere il funzionamento e l’utilizzo delle strutture. Il campione è stato considerato rappresentativo poiché include almeno un centro per ogni zona e almeno tre per ogni dimensione.

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I centri sportivi di Milano in dati

I primi dati, di carattere oggettivo e quantitativo, hanno consentito di restituire un’immagine complessiva dei Centri e di raccontare il rapporto tra essi e la città sia a livello dimensionale che a livello di collocazione nel territorio.

L’indagine ha analizzato 136 Centri Sportivi di Milano, utilizzando un database dell’Ufficio Sport del Comune. È stato ritenuto centrale mappare i NIL (Nuclei di Identità Locale), quartieri rilevanti nel modello della “città da 15 minuti”, dove tutti i servizi devono essere raggiungibili in 15 minuti a piedi o in bici.Un approfondimento su 30 centri sportivi, selezionati tramite questionario online, ha fornito dati qualitativi utili a comprendere il funzionamento e l’utilizzo delle strutture. Il campione è stato considerato rappresentativo poiché include almeno un centro per ogni zona e almeno tre per ogni dimensione.

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Da centro sportivo a community center: le fasi di un modello sostenibile

Il modello proposto, basato su dati e best cases, mira a rendere i centri sportivi economicamente sostenibili attraverso la creazione di un circolo virtuoso tra attività offerte e incassi. Le società sportive, spesso gestite in modo volontaristico e prive di una solida struttura aziendale, necessitano di un approccio di marketing professionale, anche con risorse limitate, per garantire crescita e ritorno sugli investimenti.

Il riferimento teorico è il modello di Abell sulle Aree Strategiche di Affari (ASA), adattato al contesto sportivo. Le ASA rappresentano aree di business autonome, definite dall'interazione tra tecnologia, prodotto e mercato. Seguendo questa logica, le società devono strutturare la propria strategia sulla base di tre decisioni fondamentali: CHI - identificare il target di riferimento, ovvero a chi rivolgersi con l’offerta, COSA - definire quali bisogni soddisfare all’interno del mercato scelto, COME - stabilire con quali strumenti (gestione impianti, servizi, tecnologie, comunicazione) soddisfare tali bisogni.

Da centro sportivo a community center: le fasi di un modello sostenibile

Il modello proposto, basato su dati e best cases, mira a rendere i centri sportivi economicamente sostenibili attraverso la creazione di un circolo virtuoso tra attività offerte e incassi. Le società sportive, spesso gestite in modo volontaristico e prive di una solida struttura aziendale, necessitano di un approccio di marketing professionale, anche con risorse limitate, per garantire crescita e ritorno sugli investimenti.

Il riferimento teorico è il modello di Abell sulle Aree Strategiche di Affari (ASA), adattato al contesto sportivo. Le ASA rappresentano aree di business autonome, definite dall'interazione tra tecnologia, prodotto e mercato. Seguendo questa logica, le società devono strutturare la propria strategia sulla base di tre decisioni fondamentali: CHI - identificare il target di riferimento, ovvero a chi rivolgersi con l’offerta, COSA - definire quali bisogni soddisfare all’interno del mercato scelto, COME - stabilire con quali strumenti (gestione impianti, servizi, tecnologie, comunicazione) soddisfare tali bisogni.

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Da centro sportivo a community center: le fasi di un modello sostenibile

Il modello proposto, basato su dati e best cases, mira a rendere i centri sportivi economicamente sostenibili attraverso la creazione di un circolo virtuoso tra attività offerte e incassi. Le società sportive, spesso gestite in modo volontaristico e prive di una solida struttura aziendale, necessitano di un approccio di marketing professionale, anche con risorse limitate, per garantire crescita e ritorno sugli investimenti.

Il riferimento teorico è il modello di Abell sulle Aree Strategiche di Affari (ASA), adattato al contesto sportivo. Le ASA rappresentano aree di business autonome, definite dall'interazione tra tecnologia, prodotto e mercato. Seguendo questa logica, le società devono strutturare la propria strategia sulla base di tre decisioni fondamentali: CHI - identificare il target di riferimento, ovvero a chi rivolgersi con l’offerta, COSA - definire quali bisogni soddisfare all’interno del mercato scelto, COME - stabilire con quali strumenti (gestione impianti, servizi, tecnologie, comunicazione) soddisfare tali bisogni.

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Il modello di sviluppo delle società sportive si articola in due fasi strategiche guidate da approcci differenti:

  • Sport-Based Phase: si concentra sull’offerta di spazi e servizi sportivi, puntando alla risposta del mercato e alla generazione di domanda attraverso l’infrastruttura e la proposta sportiva.
  • People-Based Phase: mette al centro la comunità formatasi attorno all’attività sportiva, con l’obiettivo di ampliare e fidelizzare il pubblico offrendo servizi personalizzati in base ai bisogni emergenti dei diversi segmenti.

Il cuore del modello risiede nella transizione consapevole dalla prima alla seconda fase: da un’offerta orientata al prodotto a una strategia centrata sulle persone, con un cambio di prospettiva radicale, dove l’evoluzione dell’offerta dipende dai bisogni della comunità costruita nel tempo.

Il modello di sviluppo delle società sportive si articola in due fasi strategiche guidate da approcci differenti:

  • Sport-Based Phase: si concentra sull’offerta di spazi e servizi sportivi, puntando alla risposta del mercato e alla generazione di domanda attraverso l’infrastruttura e la proposta sportiva.
  • People-Based Phase: mette al centro la comunità formatasi attorno all’attività sportiva, con l’obiettivo di ampliare e fidelizzare il pubblico offrendo servizi personalizzati in base ai bisogni emergenti dei diversi segmenti.

Il cuore del modello risiede nella transizione consapevole dalla prima alla seconda fase: da un’offerta orientata al prodotto a una strategia centrata sulle persone, con un cambio di prospettiva radicale, dove l’evoluzione dell’offerta dipende dai bisogni della comunità costruita nel tempo.

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Il modello di sviluppo delle società sportive si articola in due fasi strategiche guidate da approcci differenti:

  • Sport-Based Phase: si concentra sull’offerta di spazi e servizi sportivi, puntando alla risposta del mercato e alla generazione di domanda attraverso l’infrastruttura e la proposta sportiva.
  • People-Based Phase: mette al centro la comunità formatasi attorno all’attività sportiva, con l’obiettivo di ampliare e fidelizzare il pubblico offrendo servizi personalizzati in base ai bisogni emergenti dei diversi segmenti.

Il cuore del modello risiede nella transizione consapevole dalla prima alla seconda fase: da un’offerta orientata al prodotto a una strategia centrata sulle persone, con un cambio di prospettiva radicale, dove l’evoluzione dell’offerta dipende dai bisogni della comunità costruita nel tempo.

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Criticità Project Financing

Mancanza studi preliminari

Carenza competenze specifiche

Limitata autonomia valutativa

Tempi procedurali lunghi

Distorsioni motivazioni amministrazione

Privatizzazione gestione

Benefici e criticità economiche

Tutela attività sportiva vs sostenibilità economica

Coinvolgimento attori pubblici e privati

Criticità Project Financing

Mancanza studi preliminari

Carenza competenze specifiche

Limitata autonomia valutativa

Tempi procedurali lunghi

Distorsioni motivazioni amministrazione

Privatizzazione gestione

Benefici e criticità economiche

Tutela attività sportiva vs sostenibilità economica

Coinvolgimento attori pubblici e privati

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I centri sportivi come strategia di rigenerazione urbana

È tempo di superare la barriera sia attraverso le forze endogene, affrontando il tema del riuso, che con le forze esogene, ristabilendo la relazione con la città e cercando un’identità specifica che renda i luoghi protagonisti del proprio contesto. Questo processo, tuttavia, non è automatico, poiché l’identità, sia dei luoghi che delle persone, non è un atto di autodeterminazione, ma un dono che nasce dalle relazioni con gli altri. L’identità si costruisce nel rapporto reciproco, attraverso un progetto forte e condiviso.

I centri sportivi come strategia di rigenerazione urbana

È tempo di superare la barriera sia attraverso le forze endogene, affrontando il tema del riuso, che con le forze esogene, ristabilendo la relazione con la città e cercando un’identità specifica che renda i luoghi protagonisti del proprio contesto. Questo processo, tuttavia, non è automatico, poiché l’identità, sia dei luoghi che delle persone, non è un atto di autodeterminazione, ma un dono che nasce dalle relazioni con gli altri. L’identità si costruisce nel rapporto reciproco, attraverso un progetto forte e condiviso.

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I centri sportivi come strategia di rigenerazione urbana

È tempo di superare la barriera sia attraverso le forze endogene, affrontando il tema del riuso, che con le forze esogene, ristabilendo la relazione con la città e cercando un’identità specifica che renda i luoghi protagonisti del proprio contesto. Questo processo, tuttavia, non è automatico, poiché l’identità, sia dei luoghi che delle persone, non è un atto di autodeterminazione, ma un dono che nasce dalle relazioni con gli altri. L’identità si costruisce nel rapporto reciproco, attraverso un progetto forte e condiviso.

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Il luogo centrale, rappresentato dai nostri centri sportivi trasformati in centri di vita, può diventare la base per un nuovo tipo di policentrismo, che opera su diverse scale, dalla scala di quartiere a quella metropolitana. In questo contesto, il rapporto tra luoghi collettivi e aree residenziali consente di identificare, in ogni punto del territorio, un luogo urbano.

Il luogo centrale, rappresentato dai nostri centri sportivi trasformati in centri di vita, può diventare la base per un nuovo tipo di policentrismo, che opera su diverse scale, dalla scala di quartiere a quella metropolitana. In questo contesto, il rapporto tra luoghi collettivi e aree residenziali consente di identificare, in ogni punto del territorio, un luogo urbano.

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Il luogo centrale, rappresentato dai nostri centri sportivi trasformati in centri di vita, può diventare la base per un nuovo tipo di policentrismo, che opera su diverse scale, dalla scala di quartiere a quella metropolitana. In questo contesto, il rapporto tra luoghi collettivi e aree residenziali consente di identificare, in ogni punto del territorio, un luogo urbano.

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Una ricerca di SDA Bocconi

Direttore ricerca Piero Almiento

Committente ricerca De Amicis Architetti

Prima edizione Novembre 2021

Tutti i diritti riservati SDA Bocconi | De Amicis Architetti

Prossimo Progetto
Palazzo Revere
REQUIRED
Prossimo Progetto
Residenze Liberty
REQUIRED
Prossimo Progetto
NTT DATA Bari
REQUIRED
Prossimo Progetto
Baryon
REQUIRED
Prossimo Progetto
WTO Headquarter
REQUIRED
Prossimo Progetto
Lumiere
REQUIRED
Prossimo Progetto
The Opening
REQUIRED
Prossimo Progetto
Zumtobel Group
REQUIRED
Prossimo Progetto
Centri Sportivi
REQUIRED
Prossimo Progetto
Arazzo in codice
REQUIRED
Prossimo Progetto
NTT DATA Cosenza
REQUIRED
Prossimo Progetto
Neom
REQUIRED
Prossimo Progetto
Palazzo Poma
REQUIRED
Prossimo Progetto
Residenza Elba
REQUIRED
Prossimo Progetto
Locanda La Raia
REQUIRED
Prossimo Progetto
Paravento Giunco
REQUIRED
Prossimo Progetto
Casa sul Parco
REQUIRED
Prossimo Progetto
Casa di Montagna
REQUIRED
Prossimo Progetto
Borgo Merlassino
REQUIRED
Prossimo Progetto
Villa di Pianura
REQUIRED
Prossimo Progetto
Tavolo OTTO
REQUIRED
Prossimo Progetto
Barricaia
REQUIRED
Prossimo Progetto
Casa sul Tetto
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