La metamorfosi urbana dei centri sportivi: ridefinire il ruolo, riscoprire il valore e sfruttare le potenzialità del patrimonio edilizio e sociale esistente
La ricerca, commissionata alla SDA Bocconi all’inizio del 2021, è stata sviluppata dal team di lavoro composto dal Prof. Piero Almiento, Direttore della ricerca, da deamicisarchitetti, Committente e co‐autore, e dallo studio legale Duca, consulenza legale e contributi di settore.
La ricerca si caratterizza per uno sguardo multidisciplinare che ha preso l’avvio dall’analisi e dall’interpretazione di una diffusa raccolta dati sui centri sportivi milanesi.
L’obiettivo ultimo della ricerca è indagare e capire a fondo i problemi che affliggono da decenni questo settore e dall’altro coglierne le opportunità e offrire scenari per la loro riqualificazione.
A partire dall’analisi dello status quo, è stata sviluppata un’ipotesi di intervento su larga scala, basata su una nuova interpretazione dei luoghi e sullo sviluppo dei siti, in modo da configurare un nuovo rapporto con la città.
La ricerca propone di operare uno “scarto culturale” per ripensare completamente i centri sportivi: in termini di servizi offerti, che sono da ampliare tramite l’inserimento di nuove e variegate attività, dal punto di vista del modello economico e gestionale, alla ricerca di soluzioni in grado di autofinanziare i nuovi investimenti pubblici o privati, ma soprattutto sotto il profilo della loro concezione, che deve superare l’attuale formula di semplice fornitura di servizi racchiusi in un recinto invalicabile, in favore di strutture aperte, dialoganti anche fisicamente con la città, in cui il circuito delle attività sportive possa convivere con quello, fruibile da tutti, degli spazi pubblici.
La metamorfosi urbana dei centri sportivi: ridefinire il ruolo, riscoprire il valore e sfruttare le potenzialità del patrimonio edilizio e sociale esistente
La ricerca, commissionata alla SDA Bocconi all’inizio del 2021, è stata sviluppata dal team di lavoro composto dal Prof. Piero Almiento, Direttore della ricerca, da deamicisarchitetti, Committente e co‐autore, e dallo studio legale Duca, consulenza legale e contributi di settore.
La ricerca si caratterizza per uno sguardo multidisciplinare che ha preso l’avvio dall’analisi e dall’interpretazione di una diffusa raccolta dati sui centri sportivi milanesi.
L’obiettivo ultimo della ricerca è indagare e capire a fondo i problemi che affliggono da decenni questo settore e dall’altro coglierne le opportunità e offrire scenari per la loro riqualificazione.
A partire dall’analisi dello status quo, è stata sviluppata un’ipotesi di intervento su larga scala, basata su una nuova interpretazione dei luoghi e sullo sviluppo dei siti, in modo da configurare un nuovo rapporto con la città.
La ricerca propone di operare uno “scarto culturale” per ripensare completamente i centri sportivi: in termini di servizi offerti, che sono da ampliare tramite l’inserimento di nuove e variegate attività, dal punto di vista del modello economico e gestionale, alla ricerca di soluzioni in grado di autofinanziare i nuovi investimenti pubblici o privati, ma soprattutto sotto il profilo della loro concezione, che deve superare l’attuale formula di semplice fornitura di servizi racchiusi in un recinto invalicabile, in favore di strutture aperte, dialoganti anche fisicamente con la città, in cui il circuito delle attività sportive possa convivere con quello, fruibile da tutti, degli spazi pubblici.
La metamorfosi urbana dei centri sportivi: ridefinire il ruolo, riscoprire il valore e sfruttare le potenzialità del patrimonio edilizio e sociale esistente
La ricerca, commissionata alla SDA Bocconi all’inizio del 2021, è stata sviluppata dal team di lavoro composto dal Prof. Piero Almiento, Direttore della ricerca, da deamicisarchitetti, Committente e co‐autore, e dallo studio legale Duca, consulenza legale e contributi di settore.
La ricerca si caratterizza per uno sguardo multidisciplinare che ha preso l’avvio dall’analisi e dall’interpretazione di una diffusa raccolta dati sui centri sportivi milanesi.
L’obiettivo ultimo della ricerca è indagare e capire a fondo i problemi che affliggono da decenni questo settore e dall’altro coglierne le opportunità e offrire scenari per la loro riqualificazione.
A partire dall’analisi dello status quo, è stata sviluppata un’ipotesi di intervento su larga scala, basata su una nuova interpretazione dei luoghi e sullo sviluppo dei siti, in modo da configurare un nuovo rapporto con la città.
La ricerca propone di operare uno “scarto culturale” per ripensare completamente i centri sportivi: in termini di servizi offerti, che sono da ampliare tramite l’inserimento di nuove e variegate attività, dal punto di vista del modello economico e gestionale, alla ricerca di soluzioni in grado di autofinanziare i nuovi investimenti pubblici o privati, ma soprattutto sotto il profilo della loro concezione, che deve superare l’attuale formula di semplice fornitura di servizi racchiusi in un recinto invalicabile, in favore di strutture aperte, dialoganti anche fisicamente con la città, in cui il circuito delle attività sportive possa convivere con quello, fruibile da tutti, degli spazi pubblici.
La metamorfosi urbana dei centri sportivi: ridefinire il ruolo, riscoprire il valore e sfruttare le potenzialità del patrimonio edilizio e sociale esistente
La ricerca, commissionata alla SDA Bocconi all’inizio del 2021, è stata sviluppata dal team di lavoro composto dal Prof. Piero Almiento, Direttore della ricerca, da deamicisarchitetti, Committente e co‐autore, e dallo studio legale Duca, consulenza legale e contributi di settore.
La ricerca si caratterizza per uno sguardo multidisciplinare che ha preso l’avvio dall’analisi e dall’interpretazione di una diffusa raccolta dati sui centri sportivi milanesi.
L’obiettivo ultimo della ricerca è indagare e capire a fondo i problemi che affliggono da decenni questo settore e dall’altro coglierne le opportunità e offrire scenari per la loro riqualificazione.
A partire dall’analisi dello status quo, è stata sviluppata un’ipotesi di intervento su larga scala, basata su una nuova interpretazione dei luoghi e sullo sviluppo dei siti, in modo da configurare un nuovo rapporto con la città.
La ricerca propone di operare uno “scarto culturale” per ripensare completamente i centri sportivi: in termini di servizi offerti, che sono da ampliare tramite l’inserimento di nuove e variegate attività, dal punto di vista del modello economico e gestionale, alla ricerca di soluzioni in grado di autofinanziare i nuovi investimenti pubblici o privati, ma soprattutto sotto il profilo della loro concezione, che deve superare l’attuale formula di semplice fornitura di servizi racchiusi in un recinto invalicabile, in favore di strutture aperte, dialoganti anche fisicamente con la città, in cui il circuito delle attività sportive possa convivere con quello, fruibile da tutti, degli spazi pubblici.
La metamorfosi urbana dei centri sportivi: ridefinire il ruolo, riscoprire il valore e sfruttare le potenzialità del patrimonio edilizio e sociale esistente
La ricerca, commissionata alla SDA Bocconi all’inizio del 2021, è stata sviluppata dal team di lavoro composto dal Prof. Piero Almiento, Direttore della ricerca, da deamicisarchitetti, Committente e co‐autore, e dallo studio legale Duca, consulenza legale e contributi di settore.
La ricerca si caratterizza per uno sguardo multidisciplinare che ha preso l’avvio dall’analisi e dall’interpretazione di una diffusa raccolta dati sui centri sportivi milanesi.
L’obiettivo ultimo della ricerca è indagare e capire a fondo i problemi che affliggono da decenni questo settore e dall’altro coglierne le opportunità e offrire scenari per la loro riqualificazione.
A partire dall’analisi dello status quo, è stata sviluppata un’ipotesi di intervento su larga scala, basata su una nuova interpretazione dei luoghi e sullo sviluppo dei siti, in modo da configurare un nuovo rapporto con la città.
La ricerca propone di operare uno “scarto culturale” per ripensare completamente i centri sportivi: in termini di servizi offerti, che sono da ampliare tramite l’inserimento di nuove e variegate attività, dal punto di vista del modello economico e gestionale, alla ricerca di soluzioni in grado di autofinanziare i nuovi investimenti pubblici o privati, ma soprattutto sotto il profilo della loro concezione, che deve superare l’attuale formula di semplice fornitura di servizi racchiusi in un recinto invalicabile, in favore di strutture aperte, dialoganti anche fisicamente con la città, in cui il circuito delle attività sportive possa convivere con quello, fruibile da tutti, degli spazi pubblici.
La metamorfosi urbana dei centri sportivi: ridefinire il ruolo, riscoprire il valore e sfruttare le potenzialità del patrimonio edilizio e sociale esistente
La ricerca, commissionata alla SDA Bocconi all’inizio del 2021, è stata sviluppata dal team di lavoro composto dal Prof. Piero Almiento, Direttore della ricerca, da deamicisarchitetti, Committente e co‐autore, e dallo studio legale Duca, consulenza legale e contributi di settore.
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L’obiettivo ultimo della ricerca è indagare e capire a fondo i problemi che affliggono da decenni questo settore e dall’altro coglierne le opportunità e offrire scenari per la loro riqualificazione.
A partire dall’analisi dello status quo, è stata sviluppata un’ipotesi di intervento su larga scala, basata su una nuova interpretazione dei luoghi e sullo sviluppo dei siti, in modo da configurare un nuovo rapporto con la città.
La ricerca propone di operare uno “scarto culturale” per ripensare completamente i centri sportivi: in termini di servizi offerti, che sono da ampliare tramite l’inserimento di nuove e variegate attività, dal punto di vista del modello economico e gestionale, alla ricerca di soluzioni in grado di autofinanziare i nuovi investimenti pubblici o privati, ma soprattutto sotto il profilo della loro concezione, che deve superare l’attuale formula di semplice fornitura di servizi racchiusi in un recinto invalicabile, in favore di strutture aperte, dialoganti anche fisicamente con la città, in cui il circuito delle attività sportive possa convivere con quello, fruibile da tutti, degli spazi pubblici.
La metamorfosi urbana dei centri sportivi: ridefinire il ruolo, riscoprire il valore e sfruttare le potenzialità del patrimonio edilizio e sociale esistente
La ricerca, commissionata alla SDA Bocconi all’inizio del 2021, è stata sviluppata dal team di lavoro composto dal Prof. Piero Almiento, Direttore della ricerca, da deamicisarchitetti, Committente e co‐autore, e dallo studio legale Duca, consulenza legale e contributi di settore.
La ricerca si caratterizza per uno sguardo multidisciplinare che ha preso l’avvio dall’analisi e dall’interpretazione di una diffusa raccolta dati sui centri sportivi milanesi.
L’obiettivo ultimo della ricerca è indagare e capire a fondo i problemi che affliggono da decenni questo settore e dall’altro coglierne le opportunità e offrire scenari per la loro riqualificazione.
A partire dall’analisi dello status quo, è stata sviluppata un’ipotesi di intervento su larga scala, basata su una nuova interpretazione dei luoghi e sullo sviluppo dei siti, in modo da configurare un nuovo rapporto con la città.
La ricerca propone di operare uno “scarto culturale” per ripensare completamente i centri sportivi: in termini di servizi offerti, che sono da ampliare tramite l’inserimento di nuove e variegate attività, dal punto di vista del modello economico e gestionale, alla ricerca di soluzioni in grado di autofinanziare i nuovi investimenti pubblici o privati, ma soprattutto sotto il profilo della loro concezione, che deve superare l’attuale formula di semplice fornitura di servizi racchiusi in un recinto invalicabile, in favore di strutture aperte, dialoganti anche fisicamente con la città, in cui il circuito delle attività sportive possa convivere con quello, fruibile da tutti, degli spazi pubblici.
La metamorfosi urbana dei centri sportivi: ridefinire il ruolo, riscoprire il valore e sfruttare le potenzialità del patrimonio edilizio e sociale esistente
La ricerca, commissionata alla SDA Bocconi all’inizio del 2021, è stata sviluppata dal team di lavoro composto dal Prof. Piero Almiento, Direttore della ricerca, da deamicisarchitetti, Committente e co‐autore, e dallo studio legale Duca, consulenza legale e contributi di settore.
La ricerca si caratterizza per uno sguardo multidisciplinare che ha preso l’avvio dall’analisi e dall’interpretazione di una diffusa raccolta dati sui centri sportivi milanesi.
L’obiettivo ultimo della ricerca è indagare e capire a fondo i problemi che affliggono da decenni questo settore e dall’altro coglierne le opportunità e offrire scenari per la loro riqualificazione.
A partire dall’analisi dello status quo, è stata sviluppata un’ipotesi di intervento su larga scala, basata su una nuova interpretazione dei luoghi e sullo sviluppo dei siti, in modo da configurare un nuovo rapporto con la città.
La ricerca propone di operare uno “scarto culturale” per ripensare completamente i centri sportivi: in termini di servizi offerti, che sono da ampliare tramite l’inserimento di nuove e variegate attività, dal punto di vista del modello economico e gestionale, alla ricerca di soluzioni in grado di autofinanziare i nuovi investimenti pubblici o privati, ma soprattutto sotto il profilo della loro concezione, che deve superare l’attuale formula di semplice fornitura di servizi racchiusi in un recinto invalicabile, in favore di strutture aperte, dialoganti anche fisicamente con la città, in cui il circuito delle attività sportive possa convivere con quello, fruibile da tutti, degli spazi pubblici.
La metamorfosi urbana dei centri sportivi: ridefinire il ruolo, riscoprire il valore e sfruttare le potenzialità del patrimonio edilizio e sociale esistente
La ricerca, commissionata alla SDA Bocconi all’inizio del 2021, è stata sviluppata dal team di lavoro composto dal Prof. Piero Almiento, Direttore della ricerca, da deamicisarchitetti, Committente e co‐autore, e dallo studio legale Duca, consulenza legale e contributi di settore.
La ricerca si caratterizza per uno sguardo multidisciplinare che ha preso l’avvio dall’analisi e dall’interpretazione di una diffusa raccolta dati sui centri sportivi milanesi.
L’obiettivo ultimo della ricerca è indagare e capire a fondo i problemi che affliggono da decenni questo settore e dall’altro coglierne le opportunità e offrire scenari per la loro riqualificazione.
A partire dall’analisi dello status quo, è stata sviluppata un’ipotesi di intervento su larga scala, basata su una nuova interpretazione dei luoghi e sullo sviluppo dei siti, in modo da configurare un nuovo rapporto con la città.
La ricerca propone di operare uno “scarto culturale” per ripensare completamente i centri sportivi: in termini di servizi offerti, che sono da ampliare tramite l’inserimento di nuove e variegate attività, dal punto di vista del modello economico e gestionale, alla ricerca di soluzioni in grado di autofinanziare i nuovi investimenti pubblici o privati, ma soprattutto sotto il profilo della loro concezione, che deve superare l’attuale formula di semplice fornitura di servizi racchiusi in un recinto invalicabile, in favore di strutture aperte, dialoganti anche fisicamente con la città, in cui il circuito delle attività sportive possa convivere con quello, fruibile da tutti, degli spazi pubblici.
Per
deamicisarchitetti
Main sponsor
Liuni
Main sponsor
Mapei
Main sponsor
RBM More
Sponsor
Mitsubishi
Sponsor
Italgreen
Per
deamicisarchitetti
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Italgreen
Per
deamicisarchitetti
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Ci sono momenti in cui le città si trovano di fronte a nuove occasioni per ripensare sé stesse. A volte accade per eventi straordinari, altre per la fine di un ciclo economico, o per la crescita di una nuova consapevolezza collettiva. Milano, negli ultimi decenni, ha vissuto molte trasformazioni urbane importanti, dai grandi progetti di riqualificazione delle aree industriali dismesse, all’Expo, fino agli attuali interventi sugli scali ferroviari.
Ma accanto a queste grandi operazioni esiste anche un cambiamento più silenzioso, diffuso, spesso invisibile ma capace di trasformare profondamente la città: è quello che nasce da piccoli spazi, da interventi locali e accessibili, in grado di incidere rapidamente sulla qualità della vita. Questo libro vuole accendere l’attenzione su una risorsa spesso trascurata ma ricca di potenziale: gli impianti sportivi pubblici. Patrimoni spesso in disuso, ma che, se ripensati, possono diventare motore di rigenerazione urbana e sociale, soprattutto nelle periferie.
Ci sono momenti in cui le città si trovano di fronte a nuove occasioni per ripensare sé stesse. A volte accade per eventi straordinari, altre per la fine di un ciclo economico, o per la crescita di una nuova consapevolezza collettiva. Milano, negli ultimi decenni, ha vissuto molte trasformazioni urbane importanti, dai grandi progetti di riqualificazione delle aree industriali dismesse, all’Expo, fino agli attuali interventi sugli scali ferroviari.
Ma accanto a queste grandi operazioni esiste anche un cambiamento più silenzioso, diffuso, spesso invisibile ma capace di trasformare profondamente la città: è quello che nasce da piccoli spazi, da interventi locali e accessibili, in grado di incidere rapidamente sulla qualità della vita. Questo libro vuole accendere l’attenzione su una risorsa spesso trascurata ma ricca di potenziale: gli impianti sportivi pubblici. Patrimoni spesso in disuso, ma che, se ripensati, possono diventare motore di rigenerazione urbana e sociale, soprattutto nelle periferie.
Ci sono momenti in cui le città si trovano di fronte a nuove occasioni per ripensare sé stesse. A volte accade per eventi straordinari, altre per la fine di un ciclo economico, o per la crescita di una nuova consapevolezza collettiva. Milano, negli ultimi decenni, ha vissuto molte trasformazioni urbane importanti, dai grandi progetti di riqualificazione delle aree industriali dismesse, all’Expo, fino agli attuali interventi sugli scali ferroviari.
Ma accanto a queste grandi operazioni esiste anche un cambiamento più silenzioso, diffuso, spesso invisibile ma capace di trasformare profondamente la città: è quello che nasce da piccoli spazi, da interventi locali e accessibili, in grado di incidere rapidamente sulla qualità della vita. Questo libro vuole accendere l’attenzione su una risorsa spesso trascurata ma ricca di potenziale: gli impianti sportivi pubblici. Patrimoni spesso in disuso, ma che, se ripensati, possono diventare motore di rigenerazione urbana e sociale, soprattutto nelle periferie.
I centri sportivi di Milano in dati
I primi dati, di carattere oggettivo e quantitativo, hanno consentito di restituire un’immagine complessiva dei Centri e di raccontare il rapporto tra essi e la città sia a livello dimensionale che a livello di collocazione nel territorio.
L’indagine ha analizzato 136 Centri Sportivi di Milano, utilizzando un database dell’Ufficio Sport del Comune. È stato ritenuto centrale mappare i NIL (Nuclei di Identità Locale), quartieri rilevanti nel modello della “città da 15 minuti”, dove tutti i servizi devono essere raggiungibili in 15 minuti a piedi o in bici.Un approfondimento su 30 centri sportivi, selezionati tramite questionario online, ha fornito dati qualitativi utili a comprendere il funzionamento e l’utilizzo delle strutture. Il campione è stato considerato rappresentativo poiché include almeno un centro per ogni zona e almeno tre per ogni dimensione.
I centri sportivi di Milano in dati
I primi dati, di carattere oggettivo e quantitativo, hanno consentito di restituire un’immagine complessiva dei Centri e di raccontare il rapporto tra essi e la città sia a livello dimensionale che a livello di collocazione nel territorio.
L’indagine ha analizzato 136 Centri Sportivi di Milano, utilizzando un database dell’Ufficio Sport del Comune. È stato ritenuto centrale mappare i NIL (Nuclei di Identità Locale), quartieri rilevanti nel modello della “città da 15 minuti”, dove tutti i servizi devono essere raggiungibili in 15 minuti a piedi o in bici.Un approfondimento su 30 centri sportivi, selezionati tramite questionario online, ha fornito dati qualitativi utili a comprendere il funzionamento e l’utilizzo delle strutture. Il campione è stato considerato rappresentativo poiché include almeno un centro per ogni zona e almeno tre per ogni dimensione.
I centri sportivi di Milano in dati
I primi dati, di carattere oggettivo e quantitativo, hanno consentito di restituire un’immagine complessiva dei Centri e di raccontare il rapporto tra essi e la città sia a livello dimensionale che a livello di collocazione nel territorio.
L’indagine ha analizzato 136 Centri Sportivi di Milano, utilizzando un database dell’Ufficio Sport del Comune. È stato ritenuto centrale mappare i NIL (Nuclei di Identità Locale), quartieri rilevanti nel modello della “città da 15 minuti”, dove tutti i servizi devono essere raggiungibili in 15 minuti a piedi o in bici.Un approfondimento su 30 centri sportivi, selezionati tramite questionario online, ha fornito dati qualitativi utili a comprendere il funzionamento e l’utilizzo delle strutture. Il campione è stato considerato rappresentativo poiché include almeno un centro per ogni zona e almeno tre per ogni dimensione.
Da centro sportivo a community center: le fasi di un modello sostenibile
Il modello proposto, basato su dati e best cases, mira a rendere i centri sportivi economicamente sostenibili attraverso la creazione di un circolo virtuoso tra attività offerte e incassi. Le società sportive, spesso gestite in modo volontaristico e prive di una solida struttura aziendale, necessitano di un approccio di marketing professionale, anche con risorse limitate, per garantire crescita e ritorno sugli investimenti.
Il riferimento teorico è il modello di Abell sulle Aree Strategiche di Affari (ASA), adattato al contesto sportivo. Le ASA rappresentano aree di business autonome, definite dall'interazione tra tecnologia, prodotto e mercato. Seguendo questa logica, le società devono strutturare la propria strategia sulla base di tre decisioni fondamentali: CHI - identificare il target di riferimento, ovvero a chi rivolgersi con l’offerta, COSA - definire quali bisogni soddisfare all’interno del mercato scelto, COME - stabilire con quali strumenti (gestione impianti, servizi, tecnologie, comunicazione) soddisfare tali bisogni.
Da centro sportivo a community center: le fasi di un modello sostenibile
Il modello proposto, basato su dati e best cases, mira a rendere i centri sportivi economicamente sostenibili attraverso la creazione di un circolo virtuoso tra attività offerte e incassi. Le società sportive, spesso gestite in modo volontaristico e prive di una solida struttura aziendale, necessitano di un approccio di marketing professionale, anche con risorse limitate, per garantire crescita e ritorno sugli investimenti.
Il riferimento teorico è il modello di Abell sulle Aree Strategiche di Affari (ASA), adattato al contesto sportivo. Le ASA rappresentano aree di business autonome, definite dall'interazione tra tecnologia, prodotto e mercato. Seguendo questa logica, le società devono strutturare la propria strategia sulla base di tre decisioni fondamentali: CHI - identificare il target di riferimento, ovvero a chi rivolgersi con l’offerta, COSA - definire quali bisogni soddisfare all’interno del mercato scelto, COME - stabilire con quali strumenti (gestione impianti, servizi, tecnologie, comunicazione) soddisfare tali bisogni.
Da centro sportivo a community center: le fasi di un modello sostenibile
Il modello proposto, basato su dati e best cases, mira a rendere i centri sportivi economicamente sostenibili attraverso la creazione di un circolo virtuoso tra attività offerte e incassi. Le società sportive, spesso gestite in modo volontaristico e prive di una solida struttura aziendale, necessitano di un approccio di marketing professionale, anche con risorse limitate, per garantire crescita e ritorno sugli investimenti.
Il riferimento teorico è il modello di Abell sulle Aree Strategiche di Affari (ASA), adattato al contesto sportivo. Le ASA rappresentano aree di business autonome, definite dall'interazione tra tecnologia, prodotto e mercato. Seguendo questa logica, le società devono strutturare la propria strategia sulla base di tre decisioni fondamentali: CHI - identificare il target di riferimento, ovvero a chi rivolgersi con l’offerta, COSA - definire quali bisogni soddisfare all’interno del mercato scelto, COME - stabilire con quali strumenti (gestione impianti, servizi, tecnologie, comunicazione) soddisfare tali bisogni.
Il modello di sviluppo delle società sportive si articola in due fasi strategiche guidate da approcci differenti:
Il cuore del modello risiede nella transizione consapevole dalla prima alla seconda fase: da un’offerta orientata al prodotto a una strategia centrata sulle persone, con un cambio di prospettiva radicale, dove l’evoluzione dell’offerta dipende dai bisogni della comunità costruita nel tempo.
Il modello di sviluppo delle società sportive si articola in due fasi strategiche guidate da approcci differenti:
Il cuore del modello risiede nella transizione consapevole dalla prima alla seconda fase: da un’offerta orientata al prodotto a una strategia centrata sulle persone, con un cambio di prospettiva radicale, dove l’evoluzione dell’offerta dipende dai bisogni della comunità costruita nel tempo.
Il modello di sviluppo delle società sportive si articola in due fasi strategiche guidate da approcci differenti:
Il cuore del modello risiede nella transizione consapevole dalla prima alla seconda fase: da un’offerta orientata al prodotto a una strategia centrata sulle persone, con un cambio di prospettiva radicale, dove l’evoluzione dell’offerta dipende dai bisogni della comunità costruita nel tempo.
Criticità Project Financing
Mancanza studi preliminari
Carenza competenze specifiche
Limitata autonomia valutativa
Tempi procedurali lunghi
Distorsioni motivazioni amministrazione
Privatizzazione gestione
Benefici e criticità economiche
Tutela attività sportiva vs sostenibilità economica
Coinvolgimento attori pubblici e privati
Criticità Project Financing
Mancanza studi preliminari
Carenza competenze specifiche
Limitata autonomia valutativa
Tempi procedurali lunghi
Distorsioni motivazioni amministrazione
Privatizzazione gestione
Benefici e criticità economiche
Tutela attività sportiva vs sostenibilità economica
Coinvolgimento attori pubblici e privati
Criticità Project Financing
Mancanza studi preliminari
Carenza competenze specifiche
Limitata autonomia valutativa
Tempi procedurali lunghi
Distorsioni motivazioni amministrazione
Privatizzazione gestione
Benefici e criticità economiche
Tutela attività sportiva vs sostenibilità economica
Coinvolgimento attori pubblici e privati
I centri sportivi come strategia di rigenerazione urbana
È tempo di superare la barriera sia attraverso le forze endogene, affrontando il tema del riuso, che con le forze esogene, ristabilendo la relazione con la città e cercando un’identità specifica che renda i luoghi protagonisti del proprio contesto. Questo processo, tuttavia, non è automatico, poiché l’identità, sia dei luoghi che delle persone, non è un atto di autodeterminazione, ma un dono che nasce dalle relazioni con gli altri. L’identità si costruisce nel rapporto reciproco, attraverso un progetto forte e condiviso.
I centri sportivi come strategia di rigenerazione urbana
È tempo di superare la barriera sia attraverso le forze endogene, affrontando il tema del riuso, che con le forze esogene, ristabilendo la relazione con la città e cercando un’identità specifica che renda i luoghi protagonisti del proprio contesto. Questo processo, tuttavia, non è automatico, poiché l’identità, sia dei luoghi che delle persone, non è un atto di autodeterminazione, ma un dono che nasce dalle relazioni con gli altri. L’identità si costruisce nel rapporto reciproco, attraverso un progetto forte e condiviso.
I centri sportivi come strategia di rigenerazione urbana
È tempo di superare la barriera sia attraverso le forze endogene, affrontando il tema del riuso, che con le forze esogene, ristabilendo la relazione con la città e cercando un’identità specifica che renda i luoghi protagonisti del proprio contesto. Questo processo, tuttavia, non è automatico, poiché l’identità, sia dei luoghi che delle persone, non è un atto di autodeterminazione, ma un dono che nasce dalle relazioni con gli altri. L’identità si costruisce nel rapporto reciproco, attraverso un progetto forte e condiviso.
Il luogo centrale, rappresentato dai nostri centri sportivi trasformati in centri di vita, può diventare la base per un nuovo tipo di policentrismo, che opera su diverse scale, dalla scala di quartiere a quella metropolitana. In questo contesto, il rapporto tra luoghi collettivi e aree residenziali consente di identificare, in ogni punto del territorio, un luogo urbano.
Il luogo centrale, rappresentato dai nostri centri sportivi trasformati in centri di vita, può diventare la base per un nuovo tipo di policentrismo, che opera su diverse scale, dalla scala di quartiere a quella metropolitana. In questo contesto, il rapporto tra luoghi collettivi e aree residenziali consente di identificare, in ogni punto del territorio, un luogo urbano.
Il luogo centrale, rappresentato dai nostri centri sportivi trasformati in centri di vita, può diventare la base per un nuovo tipo di policentrismo, che opera su diverse scale, dalla scala di quartiere a quella metropolitana. In questo contesto, il rapporto tra luoghi collettivi e aree residenziali consente di identificare, in ogni punto del territorio, un luogo urbano.
Una ricerca di SDA Bocconi
Direttore ricerca Piero Almiento
Committente ricerca De Amicis Architetti
Prima edizione Novembre 2021
Tutti i diritti riservati SDA Bocconi | De Amicis Architetti