La nuova scuola Itis “Leonardo da Vinci” di Parma è pensata come una struttura unitaria che, occupando tutta l’estensione del margine del lotto, si inserisce nel contesto di riferimento chiarendo in modo esplicito la sua appartenenza ad un insieme di fabbricati che devono dialogare tra loro, non solo funzionalmente ma anche e soprattutto dal punto di vista simbolico.
Il nuovo edificio, ponendosi come terminale di un sistema molto più grande, come fosse un grande abbraccio, definisce dal punto di vista urbano l’area delle scuole e costruisce il margine est lungo la sua estensione senza ricorrere a recinzioni antiurbane. Tale configurazione che risponde alla scala territoriale è garanzia che la sua architettura e posizione sarà sempre coerente anche in presenza di modificazioni o sostituzioni di altri edifici del comparto.
Questo approccio, oltre a consentire minor uso di suolo, è tra l’altro tipico della zona, in quanto ripropone le modalità insediative dei vecchi edifici sul territorio, di cui il vicino auditorium recuperato da Renzo Piano, ne è una chiara testimonianza. Il dialogo e la tensione tra essi pongono le basi per considerare questa coppia di edifici come le basi su cui immaginare un futuro sviluppo di tutto il comparto all’interno di un unico ed esteso parco urbano.
Gli spazi interni della nuova scuola di Parma sono progettati per accogliere metodologie didattiche innovative grazie alla definizione di ambienti che oltre ad essere flessibili sono identitari e quindi capaci di incentivare la costruzione di nuove relazioni di senso e di immaginare nuovi usi degli spazi. Anche le aree esterne sono considerate parte dello spazio della didattica e per questo sono pensate in continuità con gli spazi interni.
La nuova scuola Itis “Leonardo da Vinci” di Parma è pensata come una struttura unitaria che, occupando tutta l’estensione del margine del lotto, si inserisce nel contesto di riferimento chiarendo in modo esplicito la sua appartenenza ad un insieme di fabbricati che devono dialogare tra loro, non solo funzionalmente ma anche e soprattutto dal punto di vista simbolico.
Il nuovo edificio, ponendosi come terminale di un sistema molto più grande, come fosse un grande abbraccio, definisce dal punto di vista urbano l’area delle scuole e costruisce il margine est lungo la sua estensione senza ricorrere a recinzioni antiurbane. Tale configurazione che risponde alla scala territoriale è garanzia che la sua architettura e posizione sarà sempre coerente anche in presenza di modificazioni o sostituzioni di altri edifici del comparto.
Questo approccio, oltre a consentire minor uso di suolo, è tra l’altro tipico della zona, in quanto ripropone le modalità insediative dei vecchi edifici sul territorio, di cui il vicino auditorium recuperato da Renzo Piano, ne è una chiara testimonianza. Il dialogo e la tensione tra essi pongono le basi per considerare questa coppia di edifici come le basi su cui immaginare un futuro sviluppo di tutto il comparto all’interno di un unico ed esteso parco urbano.
Gli spazi interni della nuova scuola di Parma sono progettati per accogliere metodologie didattiche innovative grazie alla definizione di ambienti che oltre ad essere flessibili sono identitari e quindi capaci di incentivare la costruzione di nuove relazioni di senso e di immaginare nuovi usi degli spazi. Anche le aree esterne sono considerate parte dello spazio della didattica e per questo sono pensate in continuità con gli spazi interni.
La nuova scuola Itis “Leonardo da Vinci” di Parma è pensata come una struttura unitaria che, occupando tutta l’estensione del margine del lotto, si inserisce nel contesto di riferimento chiarendo in modo esplicito la sua appartenenza ad un insieme di fabbricati che devono dialogare tra loro, non solo funzionalmente ma anche e soprattutto dal punto di vista simbolico.
Il nuovo edificio, ponendosi come terminale di un sistema molto più grande, come fosse un grande abbraccio, definisce dal punto di vista urbano l’area delle scuole e costruisce il margine est lungo la sua estensione senza ricorrere a recinzioni antiurbane. Tale configurazione che risponde alla scala territoriale è garanzia che la sua architettura e posizione sarà sempre coerente anche in presenza di modificazioni o sostituzioni di altri edifici del comparto.
Questo approccio, oltre a consentire minor uso di suolo, è tra l’altro tipico della zona, in quanto ripropone le modalità insediative dei vecchi edifici sul territorio, di cui il vicino auditorium recuperato da Renzo Piano, ne è una chiara testimonianza. Il dialogo e la tensione tra essi pongono le basi per considerare questa coppia di edifici come le basi su cui immaginare un futuro sviluppo di tutto il comparto all’interno di un unico ed esteso parco urbano.
Gli spazi interni della nuova scuola di Parma sono progettati per accogliere metodologie didattiche innovative grazie alla definizione di ambienti che oltre ad essere flessibili sono identitari e quindi capaci di incentivare la costruzione di nuove relazioni di senso e di immaginare nuovi usi degli spazi. Anche le aree esterne sono considerate parte dello spazio della didattica e per questo sono pensate in continuità con gli spazi interni.
La nuova scuola Itis “Leonardo da Vinci” di Parma è pensata come una struttura unitaria che, occupando tutta l’estensione del margine del lotto, si inserisce nel contesto di riferimento chiarendo in modo esplicito la sua appartenenza ad un insieme di fabbricati che devono dialogare tra loro, non solo funzionalmente ma anche e soprattutto dal punto di vista simbolico.
Il nuovo edificio, ponendosi come terminale di un sistema molto più grande, come fosse un grande abbraccio, definisce dal punto di vista urbano l’area delle scuole e costruisce il margine est lungo la sua estensione senza ricorrere a recinzioni antiurbane. Tale configurazione che risponde alla scala territoriale è garanzia che la sua architettura e posizione sarà sempre coerente anche in presenza di modificazioni o sostituzioni di altri edifici del comparto.
Questo approccio, oltre a consentire minor uso di suolo, è tra l’altro tipico della zona, in quanto ripropone le modalità insediative dei vecchi edifici sul territorio, di cui il vicino auditorium recuperato da Renzo Piano, ne è una chiara testimonianza. Il dialogo e la tensione tra essi pongono le basi per considerare questa coppia di edifici come le basi su cui immaginare un futuro sviluppo di tutto il comparto all’interno di un unico ed esteso parco urbano.
Gli spazi interni della nuova scuola di Parma sono progettati per accogliere metodologie didattiche innovative grazie alla definizione di ambienti che oltre ad essere flessibili sono identitari e quindi capaci di incentivare la costruzione di nuove relazioni di senso e di immaginare nuovi usi degli spazi. Anche le aree esterne sono considerate parte dello spazio della didattica e per questo sono pensate in continuità con gli spazi interni.
La nuova scuola Itis “Leonardo da Vinci” di Parma è pensata come una struttura unitaria che, occupando tutta l’estensione del margine del lotto, si inserisce nel contesto di riferimento chiarendo in modo esplicito la sua appartenenza ad un insieme di fabbricati che devono dialogare tra loro, non solo funzionalmente ma anche e soprattutto dal punto di vista simbolico.
Il nuovo edificio, ponendosi come terminale di un sistema molto più grande, come fosse un grande abbraccio, definisce dal punto di vista urbano l’area delle scuole e costruisce il margine est lungo la sua estensione senza ricorrere a recinzioni antiurbane. Tale configurazione che risponde alla scala territoriale è garanzia che la sua architettura e posizione sarà sempre coerente anche in presenza di modificazioni o sostituzioni di altri edifici del comparto.
Questo approccio, oltre a consentire minor uso di suolo, è tra l’altro tipico della zona, in quanto ripropone le modalità insediative dei vecchi edifici sul territorio, di cui il vicino auditorium recuperato da Renzo Piano, ne è una chiara testimonianza. Il dialogo e la tensione tra essi pongono le basi per considerare questa coppia di edifici come le basi su cui immaginare un futuro sviluppo di tutto il comparto all’interno di un unico ed esteso parco urbano.
Gli spazi interni della nuova scuola di Parma sono progettati per accogliere metodologie didattiche innovative grazie alla definizione di ambienti che oltre ad essere flessibili sono identitari e quindi capaci di incentivare la costruzione di nuove relazioni di senso e di immaginare nuovi usi degli spazi. Anche le aree esterne sono considerate parte dello spazio della didattica e per questo sono pensate in continuità con gli spazi interni.
La nuova scuola Itis “Leonardo da Vinci” di Parma è pensata come una struttura unitaria che, occupando tutta l’estensione del margine del lotto, si inserisce nel contesto di riferimento chiarendo in modo esplicito la sua appartenenza ad un insieme di fabbricati che devono dialogare tra loro, non solo funzionalmente ma anche e soprattutto dal punto di vista simbolico.
Il nuovo edificio, ponendosi come terminale di un sistema molto più grande, come fosse un grande abbraccio, definisce dal punto di vista urbano l’area delle scuole e costruisce il margine est lungo la sua estensione senza ricorrere a recinzioni antiurbane. Tale configurazione che risponde alla scala territoriale è garanzia che la sua architettura e posizione sarà sempre coerente anche in presenza di modificazioni o sostituzioni di altri edifici del comparto.
Questo approccio, oltre a consentire minor uso di suolo, è tra l’altro tipico della zona, in quanto ripropone le modalità insediative dei vecchi edifici sul territorio, di cui il vicino auditorium recuperato da Renzo Piano, ne è una chiara testimonianza. Il dialogo e la tensione tra essi pongono le basi per considerare questa coppia di edifici come le basi su cui immaginare un futuro sviluppo di tutto il comparto all’interno di un unico ed esteso parco urbano.
Gli spazi interni della nuova scuola di Parma sono progettati per accogliere metodologie didattiche innovative grazie alla definizione di ambienti che oltre ad essere flessibili sono identitari e quindi capaci di incentivare la costruzione di nuove relazioni di senso e di immaginare nuovi usi degli spazi. Anche le aree esterne sono considerate parte dello spazio della didattica e per questo sono pensate in continuità con gli spazi interni.
La nuova scuola Itis “Leonardo da Vinci” di Parma è pensata come una struttura unitaria che, occupando tutta l’estensione del margine del lotto, si inserisce nel contesto di riferimento chiarendo in modo esplicito la sua appartenenza ad un insieme di fabbricati che devono dialogare tra loro, non solo funzionalmente ma anche e soprattutto dal punto di vista simbolico.
Il nuovo edificio, ponendosi come terminale di un sistema molto più grande, come fosse un grande abbraccio, definisce dal punto di vista urbano l’area delle scuole e costruisce il margine est lungo la sua estensione senza ricorrere a recinzioni antiurbane. Tale configurazione che risponde alla scala territoriale è garanzia che la sua architettura e posizione sarà sempre coerente anche in presenza di modificazioni o sostituzioni di altri edifici del comparto.
Questo approccio, oltre a consentire minor uso di suolo, è tra l’altro tipico della zona, in quanto ripropone le modalità insediative dei vecchi edifici sul territorio, di cui il vicino auditorium recuperato da Renzo Piano, ne è una chiara testimonianza. Il dialogo e la tensione tra essi pongono le basi per considerare questa coppia di edifici come le basi su cui immaginare un futuro sviluppo di tutto il comparto all’interno di un unico ed esteso parco urbano.
Gli spazi interni della nuova scuola di Parma sono progettati per accogliere metodologie didattiche innovative grazie alla definizione di ambienti che oltre ad essere flessibili sono identitari e quindi capaci di incentivare la costruzione di nuove relazioni di senso e di immaginare nuovi usi degli spazi. Anche le aree esterne sono considerate parte dello spazio della didattica e per questo sono pensate in continuità con gli spazi interni.
La nuova scuola Itis “Leonardo da Vinci” di Parma è pensata come una struttura unitaria che, occupando tutta l’estensione del margine del lotto, si inserisce nel contesto di riferimento chiarendo in modo esplicito la sua appartenenza ad un insieme di fabbricati che devono dialogare tra loro, non solo funzionalmente ma anche e soprattutto dal punto di vista simbolico.
Il nuovo edificio, ponendosi come terminale di un sistema molto più grande, come fosse un grande abbraccio, definisce dal punto di vista urbano l’area delle scuole e costruisce il margine est lungo la sua estensione senza ricorrere a recinzioni antiurbane. Tale configurazione che risponde alla scala territoriale è garanzia che la sua architettura e posizione sarà sempre coerente anche in presenza di modificazioni o sostituzioni di altri edifici del comparto.
Questo approccio, oltre a consentire minor uso di suolo, è tra l’altro tipico della zona, in quanto ripropone le modalità insediative dei vecchi edifici sul territorio, di cui il vicino auditorium recuperato da Renzo Piano, ne è una chiara testimonianza. Il dialogo e la tensione tra essi pongono le basi per considerare questa coppia di edifici come le basi su cui immaginare un futuro sviluppo di tutto il comparto all’interno di un unico ed esteso parco urbano.
Gli spazi interni della nuova scuola di Parma sono progettati per accogliere metodologie didattiche innovative grazie alla definizione di ambienti che oltre ad essere flessibili sono identitari e quindi capaci di incentivare la costruzione di nuove relazioni di senso e di immaginare nuovi usi degli spazi. Anche le aree esterne sono considerate parte dello spazio della didattica e per questo sono pensate in continuità con gli spazi interni.
La nuova scuola Itis “Leonardo da Vinci” di Parma è pensata come una struttura unitaria che, occupando tutta l’estensione del margine del lotto, si inserisce nel contesto di riferimento chiarendo in modo esplicito la sua appartenenza ad un insieme di fabbricati che devono dialogare tra loro, non solo funzionalmente ma anche e soprattutto dal punto di vista simbolico.
Il nuovo edificio, ponendosi come terminale di un sistema molto più grande, come fosse un grande abbraccio, definisce dal punto di vista urbano l’area delle scuole e costruisce il margine est lungo la sua estensione senza ricorrere a recinzioni antiurbane. Tale configurazione che risponde alla scala territoriale è garanzia che la sua architettura e posizione sarà sempre coerente anche in presenza di modificazioni o sostituzioni di altri edifici del comparto.
Questo approccio, oltre a consentire minor uso di suolo, è tra l’altro tipico della zona, in quanto ripropone le modalità insediative dei vecchi edifici sul territorio, di cui il vicino auditorium recuperato da Renzo Piano, ne è una chiara testimonianza. Il dialogo e la tensione tra essi pongono le basi per considerare questa coppia di edifici come le basi su cui immaginare un futuro sviluppo di tutto il comparto all’interno di un unico ed esteso parco urbano.
Gli spazi interni della nuova scuola di Parma sono progettati per accogliere metodologie didattiche innovative grazie alla definizione di ambienti che oltre ad essere flessibili sono identitari e quindi capaci di incentivare la costruzione di nuove relazioni di senso e di immaginare nuovi usi degli spazi. Anche le aree esterne sono considerate parte dello spazio della didattica e per questo sono pensate in continuità con gli spazi interni.
Avanzamento lavori
agg. aprile 2024
Avanzamento lavori
agg. aprile 2024
Avanzamento lavori
agg. aprile 2024
Committente:
Pubblico - Provincia di Parma
Luogo:
Parma
Superficie:
4.800 mq
Anno bando:
2022
Previsione termine lavori:
2026
Committente:
Pubblico - Provincia di Parma
Luogo:
Parma
Superficie:
4.800 mq
Anno bando:
2022
Previsione termine lavori:
2026
Committente:
Pubblico - Provincia di Parma
Luogo:
Parma
Superficie:
4.800 mq
Anno bando:
2022
Previsione termine lavori:
2026
Progettista architettonico (locale): -ini architetti
Progettisti strutturali: ALB Ingegneria – SBF Studio Brambilla Ferrari
Progettista impianti: PSE s.r.l.
Geologo: geoLOG
Responsabile sicurezza e progettista antincendio: Geom. Stefano Galbiati
Rendering: vedo.visualisation