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Il progetto si ispira al concetto di Wunderkammer, termine tedesco che significa "camera delle meraviglie" o "camera dell’arte". In passato, queste stanze erano luoghi in cui oggetti diversi, per stile, epoca o funzione, convivevano creando un ambiente stratificato e complesso.

L’intervento riguarda un appartamento d’angolo risalente alla fine dell’Ottocento. La richiesta iniziale dei proprietari era semplice: ricavare una camera da letto aggiuntiva, intervenendo unicamente sulla zona notte. Questa esigenza ha però aperto a una riflessione più ampia sulla struttura dell’abitazione, sul suo potenziale non espresso e sul modo in cui gli spazi interni si relazionano con le aperture e con il contesto urbano. Da qui è nata una proposta progettuale che ha portato a ripensare completamente la distribuzione degli ambienti, trasformando l’intervento in una ristrutturazione integrale.

Il nuovo impianto interno è una concatenazione di aree e sotto-aree interconnesse da un percorso circolare. Non ci sono passaggi netti o soglie evidenti: la sequenza degli spazi si costruisce attraverso relazioni visive, variazioni di luce naturale e cambi di quota. Ogni ambiente è progettato in funzione di una specifica esposizione, valorizzando punti divista e aperture verso l’esterno.

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Appartamento San Sebastiano
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Il progetto si ispira al concetto di Wunderkammer, termine tedesco che significa "camera delle meraviglie" o "camera dell’arte". In passato, queste stanze erano luoghi in cui oggetti diversi, per stile, epoca o funzione, convivevano creando un ambiente stratificato e complesso.

L’intervento riguarda un appartamento d’angolo risalente alla fine dell’Ottocento. La richiesta iniziale dei proprietari era semplice: ricavare una camera da letto aggiuntiva, intervenendo unicamente sulla zona notte. Questa esigenza ha però aperto a una riflessione più ampia sulla struttura dell’abitazione, sul suo potenziale non espresso e sul modo in cui gli spazi interni si relazionano con le aperture e con il contesto urbano. Da qui è nata una proposta progettuale che ha portato a ripensare completamente la distribuzione degli ambienti, trasformando l’intervento in una ristrutturazione integrale.

Il nuovo impianto interno è una concatenazione di aree e sotto-aree interconnesse da un percorso circolare. Non ci sono passaggi netti o soglie evidenti: la sequenza degli spazi si costruisce attraverso relazioni visive, variazioni di luce naturale e cambi di quota. Ogni ambiente è progettato in funzione di una specifica esposizione, valorizzando punti divista e aperture verso l’esterno.

Il progetto si ispira al concetto di Wunderkammer, termine tedesco che significa "camera delle meraviglie" o "camera dell’arte". In passato, queste stanze erano luoghi in cui oggetti diversi, per stile, epoca o funzione, convivevano creando un ambiente stratificato e complesso.

L’intervento riguarda un appartamento d’angolo risalente alla fine dell’Ottocento. La richiesta iniziale dei proprietari era semplice: ricavare una camera da letto aggiuntiva, intervenendo unicamente sulla zona notte. Questa esigenza ha però aperto a una riflessione più ampia sulla struttura dell’abitazione, sul suo potenziale non espresso e sul modo in cui gli spazi interni si relazionano con le aperture e con il contesto urbano. Da qui è nata una proposta progettuale che ha portato a ripensare completamente la distribuzione degli ambienti, trasformando l’intervento in una ristrutturazione integrale.

Il nuovo impianto interno è una concatenazione di aree e sotto-aree interconnesse da un percorso circolare. Non ci sono passaggi netti o soglie evidenti: la sequenza degli spazi si costruisce attraverso relazioni visive, variazioni di luce naturale e cambi di quota. Ogni ambiente è progettato in funzione di una specifica esposizione, valorizzando punti divista e aperture verso l’esterno.

Il progetto si ispira al concetto di Wunderkammer, termine tedesco che significa "camera delle meraviglie" o "camera dell’arte". In passato, queste stanze erano luoghi in cui oggetti diversi, per stile, epoca o funzione, convivevano creando un ambiente stratificato e complesso.

L’intervento riguarda un appartamento d’angolo risalente alla fine dell’Ottocento. La richiesta iniziale dei proprietari era semplice: ricavare una camera da letto aggiuntiva, intervenendo unicamente sulla zona notte. Questa esigenza ha però aperto a una riflessione più ampia sulla struttura dell’abitazione, sul suo potenziale non espresso e sul modo in cui gli spazi interni si relazionano con le aperture e con il contesto urbano. Da qui è nata una proposta progettuale che ha portato a ripensare completamente la distribuzione degli ambienti, trasformando l’intervento in una ristrutturazione integrale.

Il nuovo impianto interno è una concatenazione di aree e sotto-aree interconnesse da un percorso circolare. Non ci sono passaggi netti o soglie evidenti: la sequenza degli spazi si costruisce attraverso relazioni visive, variazioni di luce naturale e cambi di quota. Ogni ambiente è progettato in funzione di una specifica esposizione, valorizzando punti divista e aperture verso l’esterno.

Il progetto si ispira al concetto di Wunderkammer, termine tedesco che significa "camera delle meraviglie" o "camera dell’arte". In passato, queste stanze erano luoghi in cui oggetti diversi, per stile, epoca o funzione, convivevano creando un ambiente stratificato e complesso.

L’intervento riguarda un appartamento d’angolo risalente alla fine dell’Ottocento. La richiesta iniziale dei proprietari era semplice: ricavare una camera da letto aggiuntiva, intervenendo unicamente sulla zona notte. Questa esigenza ha però aperto a una riflessione più ampia sulla struttura dell’abitazione, sul suo potenziale non espresso e sul modo in cui gli spazi interni si relazionano con le aperture e con il contesto urbano. Da qui è nata una proposta progettuale che ha portato a ripensare completamente la distribuzione degli ambienti, trasformando l’intervento in una ristrutturazione integrale.

Il nuovo impianto interno è una concatenazione di aree e sotto-aree interconnesse da un percorso circolare. Non ci sono passaggi netti o soglie evidenti: la sequenza degli spazi si costruisce attraverso relazioni visive, variazioni di luce naturale e cambi di quota. Ogni ambiente è progettato in funzione di una specifica esposizione, valorizzando punti divista e aperture verso l’esterno.

Il progetto si ispira al concetto di Wunderkammer, termine tedesco che significa "camera delle meraviglie" o "camera dell’arte". In passato, queste stanze erano luoghi in cui oggetti diversi, per stile, epoca o funzione, convivevano creando un ambiente stratificato e complesso.

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Il nuovo impianto interno è una concatenazione di aree e sotto-aree interconnesse da un percorso circolare. Non ci sono passaggi netti o soglie evidenti: la sequenza degli spazi si costruisce attraverso relazioni visive, variazioni di luce naturale e cambi di quota. Ogni ambiente è progettato in funzione di una specifica esposizione, valorizzando punti divista e aperture verso l’esterno.

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Il nuovo impianto interno è una concatenazione di aree e sotto-aree interconnesse da un percorso circolare. Non ci sono passaggi netti o soglie evidenti: la sequenza degli spazi si costruisce attraverso relazioni visive, variazioni di luce naturale e cambi di quota. Ogni ambiente è progettato in funzione di una specifica esposizione, valorizzando punti divista e aperture verso l’esterno.

Il progetto si ispira al concetto di Wunderkammer, termine tedesco che significa "camera delle meraviglie" o "camera dell’arte". In passato, queste stanze erano luoghi in cui oggetti diversi, per stile, epoca o funzione, convivevano creando un ambiente stratificato e complesso.

L’intervento riguarda un appartamento d’angolo risalente alla fine dell’Ottocento. La richiesta iniziale dei proprietari era semplice: ricavare una camera da letto aggiuntiva, intervenendo unicamente sulla zona notte. Questa esigenza ha però aperto a una riflessione più ampia sulla struttura dell’abitazione, sul suo potenziale non espresso e sul modo in cui gli spazi interni si relazionano con le aperture e con il contesto urbano. Da qui è nata una proposta progettuale che ha portato a ripensare completamente la distribuzione degli ambienti, trasformando l’intervento in una ristrutturazione integrale.

Il nuovo impianto interno è una concatenazione di aree e sotto-aree interconnesse da un percorso circolare. Non ci sono passaggi netti o soglie evidenti: la sequenza degli spazi si costruisce attraverso relazioni visive, variazioni di luce naturale e cambi di quota. Ogni ambiente è progettato in funzione di una specifica esposizione, valorizzando punti divista e aperture verso l’esterno.

Il progetto si ispira al concetto di Wunderkammer, termine tedesco che significa "camera delle meraviglie" o "camera dell’arte". In passato, queste stanze erano luoghi in cui oggetti diversi, per stile, epoca o funzione, convivevano creando un ambiente stratificato e complesso.

L’intervento riguarda un appartamento d’angolo risalente alla fine dell’Ottocento. La richiesta iniziale dei proprietari era semplice: ricavare una camera da letto aggiuntiva, intervenendo unicamente sulla zona notte. Questa esigenza ha però aperto a una riflessione più ampia sulla struttura dell’abitazione, sul suo potenziale non espresso e sul modo in cui gli spazi interni si relazionano con le aperture e con il contesto urbano. Da qui è nata una proposta progettuale che ha portato a ripensare completamente la distribuzione degli ambienti, trasformando l’intervento in una ristrutturazione integrale.

Il nuovo impianto interno è una concatenazione di aree e sotto-aree interconnesse da un percorso circolare. Non ci sono passaggi netti o soglie evidenti: la sequenza degli spazi si costruisce attraverso relazioni visive, variazioni di luce naturale e cambi di quota. Ogni ambiente è progettato in funzione di una specifica esposizione, valorizzando punti divista e aperture verso l’esterno.

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Una nicchia accoglie la statua di San Sebastiano, realizzata su misura con una dima e un cassero dedicati; accanto, le travi in cemento armato emerse durante le demolizioni sono state lasciate a vista e integrate nel nuovo impianto architettonico come tracce della storia dell’edificio. Il tempo è il tema centrale del progetto: durante i lavori riemergono prima le travi e poi gli affreschi murali, entrambi recuperati e reinseriti nel contesto. Insieme ai pavimenti originali in cementine e parquet, questi elementi contribuiscono a mettere in relazione passato e presente, in un equilibrio tra conservazione e trasformazione. Tra gli elementi distintivi, uno assume una funzione ibrida: un sistema su misura che integra divano, libreria e rampa, la cui superficie presenta un intarsio che richiama il motivo a stella delle cementine originali.

Una nicchia accoglie la statua di San Sebastiano, realizzata su misura con una dima e un cassero dedicati; accanto, le travi in cemento armato emerse durante le demolizioni sono state lasciate a vista e integrate nel nuovo impianto architettonico come tracce della storia dell’edificio. Il tempo è il tema centrale del progetto: durante i lavori riemergono prima le travi e poi gli affreschi murali, entrambi recuperati e reinseriti nel contesto. Insieme ai pavimenti originali in cementine e parquet, questi elementi contribuiscono a mettere in relazione passato e presente, in un equilibrio tra conservazione e trasformazione. Tra gli elementi distintivi, uno assume una funzione ibrida: un sistema su misura che integra divano, libreria e rampa, la cui superficie presenta un intarsio che richiama il motivo a stella delle cementine originali.

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Luogo

Milano

Committente

privato

Superficie

250 mq

Lavori

2022-2024

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Superficie

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Lavori

2022-2024

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La cucina, pensata come centro della vita domestica, si articola in tre elementi principali che richiamano la tripartizione funzionale delle cucine degli anni Trenta: zona operativa, area conviviale e spazio contenitivo. L’isola centrale, realizzata in acciaio e ottone, dialoga con una vetrinetta in vetro zigrinato e legno – una reinterpretazione della madia aperta – e con un blocco tecnico compatto in legno e marmo. A completare l’ambiente, una panca curva in legno accompagna il tavolo da pranzo, disegnato su misura e realizzato in marmo di Carrara. Al centro della stanza, la cappa assume un ruolo duplice: oltre alla funzione tecnica, si configura come una scultura luminosa dalla forma ottagonale, che struttura e definisce lo spazio diventandone il fulcro visivo.

Anche i bagni, seppur contenuti nelle dimensioni, partecipano alla costruzione del racconto progettuale. Il bagno ospiti è concepito come uno spazio raccolto, quasi meditativo: al posto dello specchio è stato inserito un quadro, che introduce un momento di sospensione. Il bagno padronale è definito dalla presenza di una grande finestra e da un uso calibrato del marmo di Carrara, selezionato direttamente in cava. Il lavabo, la doccia e il pavimento, tutti realizzati su misura, sono progettati in continuità con le geometrie e gli allineamenti dell’involucro architettonico.

La cucina, pensata come centro della vita domestica, si articola in tre elementi principali che richiamano la tripartizione funzionale delle cucine degli anni Trenta: zona operativa, area conviviale e spazio contenitivo. L’isola centrale, realizzata in acciaio e ottone, dialoga con una vetrinetta in vetro zigrinato e legno – una reinterpretazione della madia aperta – e con un blocco tecnico compatto in legno e marmo. A completare l’ambiente, una panca curva in legno accompagna il tavolo da pranzo, disegnato su misura e realizzato in marmo di Carrara. Al centro della stanza, la cappa assume un ruolo duplice: oltre alla funzione tecnica, si configura come una scultura luminosa dalla forma ottagonale, che struttura e definisce lo spazio diventandone il fulcro visivo.

Anche i bagni, seppur contenuti nelle dimensioni, partecipano alla costruzione del racconto progettuale. Il bagno ospiti è concepito come uno spazio raccolto, quasi meditativo: al posto dello specchio è stato inserito un quadro, che introduce un momento di sospensione. Il bagno padronale è definito dalla presenza di una grande finestra e da un uso calibrato del marmo di Carrara, selezionato direttamente in cava. Il lavabo, la doccia e il pavimento, tutti realizzati su misura, sono progettati in continuità con le geometrie e gli allineamenti dell’involucro architettonico.

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La cucina, pensata come centro della vita domestica, si articola in tre elementi principali che richiamano la tripartizione funzionale delle cucine degli anni Trenta: zona operativa, area conviviale e spazio contenitivo. L’isola centrale, realizzata in acciaio e ottone, dialoga con una vetrinetta in vetro zigrinato e legno – una reinterpretazione della madia aperta – e con un blocco tecnico compatto in legno e marmo. A completare l’ambiente, una panca curva in legno accompagna il tavolo da pranzo, disegnato su misura e realizzato in marmo di Carrara. Al centro della stanza, la cappa assume un ruolo duplice: oltre alla funzione tecnica, si configura come una scultura luminosa dalla forma ottagonale, che struttura e definisce lo spazio diventandone il fulcro visivo.

Anche i bagni, seppur contenuti nelle dimensioni, partecipano alla costruzione del racconto progettuale. Il bagno ospiti è concepito come uno spazio raccolto, quasi meditativo: al posto dello specchio è stato inserito un quadro, che introduce un momento di sospensione. Il bagno padronale è definito dalla presenza di una grande finestra e da un uso calibrato del marmo di Carrara, selezionato direttamente in cava. Il lavabo, la doccia e il pavimento, tutti realizzati su misura, sono progettati in continuità con le geometrie e gli allineamenti dell’involucro architettonico.

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Progettisti De Amicis Architetti

Anno 2024

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