Dal dinamismo relazionale delle pratiche lavorative contemporanee nasce l’esigenza di complessità spaziale dei luoghi che le accolgono e un ripensamento delle tipologie consolidate. Un maggior ricorso a spazi esterni, inclusa la propria abitazione, un uso flessibile degli ambienti, la moltiplicazione e diversificazione della tipologia di spazi di relazione e di collaborazione, infatti, sono le principali nuove esigenze dei lavoratori e delle aziende.
Negli ultimi anni l’habitat ideale di un ufficio sembra volersi confrontare, più che con una singola attività e un luogo specifico costruito su misura, quasi con l’eterogeneità offerta da un’intera città: organica, vitale, stratificata, incrementale negli spazi e adattiva nei tempi che l’attraversano e la trasformano.
Per il progetto di fit out della nuova sede direzionale di NTT DATA a Milano, articolata su 16 piani di circa 1000 mq ciascuno, l’operazione principale è stata quella di rendere ogni piano unico per layout, materiali e arredi, riproponendo all’interno dell’edificio quello stesso tipo di complessità che si ritrova nella vita urbana, che è in grado, per natura, di generare relazioni indeterminate nonché processi di innovazione.
Ciò comporta individuare il tipo di attività che è necessario e/o possibile svolgere, riflettere sulla tipologia dei luoghi dove esse avvengono e definire il carattere con cui questi ultimi si rendono fruibili. Operazioni concettuali che dal punto di vista operativo prendono concretezza e si intrecciano tra loro nella progettazione specifica di due macro-gruppi di spazi.
Il primo, costituito dagli “hard spaces”, incorpora tutte le tipologie di spazi indispensabili in qualsiasi ufficio che rispondono a funzioni già codificate (phone boots, guardaroba, sale riunioni, uffici singoli, uffici open, conference room, aree lounge, aree break, aree print, ecc.). Essi a ogni piano si articolano con modalità differenti in ragione dei luoghi e della spazialità che si intende perseguire
Al secondo, costituito dai “soft spaces”, appartengono invece tutti quegli spazi non definiti e personalizzabili secondo esigenze relazionali. Per questa seconda categoria di spazi il criterio è di non intervenire con modalità edilizie, ma con un allestimento leggero e fortemente caratterizzato, che possa offrire diverse tipologie di utilizzo, anche inaspettate, e riconfigurarsi in caso di necessità con grande flessibilità.
Variazioni prospettiche, dilatazioni e compressione degli spazi, presenza di elementi iconici, riferimenti a piazze, scalinate e corti, insieme a superfici materiche e colorate, si declinano in modo originale piano per piano originando ambienti di lavoro con identità specifiche e riconoscibili. L’insieme delle diverse identità restituisce un’immagine ricca e composita nelle forme di una “città nella città”, che corrisponde al carattere variegato ed eterogeneo di una comunità aziendale di 1500 persone.
Al piano terra, attraverso la continuità dei pavimenti e sfruttando la grande vetrata, la città interna con il grande scalone ad uso collettivo e quella esterna costituita da una piazza pubblica, si fondono per riconnettersi in un'unica esperienza, che non ha interruzione né soglie marcate.
Dal dinamismo relazionale delle pratiche lavorative contemporanee nasce l’esigenza di complessità spaziale dei luoghi che le accolgono e un ripensamento delle tipologie consolidate. Un maggior ricorso a spazi esterni, inclusa la propria abitazione, un uso flessibile degli ambienti, la moltiplicazione e diversificazione della tipologia di spazi di relazione e di collaborazione, infatti, sono le principali nuove esigenze dei lavoratori e delle aziende.
Negli ultimi anni l’habitat ideale di un ufficio sembra volersi confrontare, più che con una singola attività e un luogo specifico costruito su misura, quasi con l’eterogeneità offerta da un’intera città: organica, vitale, stratificata, incrementale negli spazi e adattiva nei tempi che l’attraversano e la trasformano.
Per il progetto di fit out della nuova sede direzionale di NTT DATA a Milano, articolata su 16 piani di circa 1000 mq ciascuno, l’operazione principale è stata quella di rendere ogni piano unico per layout, materiali e arredi, riproponendo all’interno dell’edificio quello stesso tipo di complessità che si ritrova nella vita urbana, che è in grado, per natura, di generare relazioni indeterminate nonché processi di innovazione.
Ciò comporta individuare il tipo di attività che è necessario e/o possibile svolgere, riflettere sulla tipologia dei luoghi dove esse avvengono e definire il carattere con cui questi ultimi si rendono fruibili. Operazioni concettuali che dal punto di vista operativo prendono concretezza e si intrecciano tra loro nella progettazione specifica di due macro-gruppi di spazi.
Il primo, costituito dagli “hard spaces”, incorpora tutte le tipologie di spazi indispensabili in qualsiasi ufficio che rispondono a funzioni già codificate (phone boots, guardaroba, sale riunioni, uffici singoli, uffici open, conference room, aree lounge, aree break, aree print, ecc.). Essi a ogni piano si articolano con modalità differenti in ragione dei luoghi e della spazialità che si intende perseguire
Al secondo, costituito dai “soft spaces”, appartengono invece tutti quegli spazi non definiti e personalizzabili secondo esigenze relazionali. Per questa seconda categoria di spazi il criterio è di non intervenire con modalità edilizie, ma con un allestimento leggero e fortemente caratterizzato, che possa offrire diverse tipologie di utilizzo, anche inaspettate, e riconfigurarsi in caso di necessità con grande flessibilità.
Variazioni prospettiche, dilatazioni e compressione degli spazi, presenza di elementi iconici, riferimenti a piazze, scalinate e corti, insieme a superfici materiche e colorate, si declinano in modo originale piano per piano originando ambienti di lavoro con identità specifiche e riconoscibili. L’insieme delle diverse identità restituisce un’immagine ricca e composita nelle forme di una “città nella città”, che corrisponde al carattere variegato ed eterogeneo di una comunità aziendale di 1500 persone.
Al piano terra, attraverso la continuità dei pavimenti e sfruttando la grande vetrata, la città interna con il grande scalone ad uso collettivo e quella esterna costituita da una piazza pubblica, si fondono per riconnettersi in un'unica esperienza, che non ha interruzione né soglie marcate.
Dal dinamismo relazionale delle pratiche lavorative contemporanee nasce l’esigenza di complessità spaziale dei luoghi che le accolgono e un ripensamento delle tipologie consolidate. Un maggior ricorso a spazi esterni, inclusa la propria abitazione, un uso flessibile degli ambienti, la moltiplicazione e diversificazione della tipologia di spazi di relazione e di collaborazione, infatti, sono le principali nuove esigenze dei lavoratori e delle aziende.
Negli ultimi anni l’habitat ideale di un ufficio sembra volersi confrontare, più che con una singola attività e un luogo specifico costruito su misura, quasi con l’eterogeneità offerta da un’intera città: organica, vitale, stratificata, incrementale negli spazi e adattiva nei tempi che l’attraversano e la trasformano.
Per il progetto di fit out della nuova sede direzionale di NTT DATA a Milano, articolata su 16 piani di circa 1000 mq ciascuno, l’operazione principale è stata quella di rendere ogni piano unico per layout, materiali e arredi, riproponendo all’interno dell’edificio quello stesso tipo di complessità che si ritrova nella vita urbana, che è in grado, per natura, di generare relazioni indeterminate nonché processi di innovazione.
Ciò comporta individuare il tipo di attività che è necessario e/o possibile svolgere, riflettere sulla tipologia dei luoghi dove esse avvengono e definire il carattere con cui questi ultimi si rendono fruibili. Operazioni concettuali che dal punto di vista operativo prendono concretezza e si intrecciano tra loro nella progettazione specifica di due macro-gruppi di spazi.
Il primo, costituito dagli “hard spaces”, incorpora tutte le tipologie di spazi indispensabili in qualsiasi ufficio che rispondono a funzioni già codificate (phone boots, guardaroba, sale riunioni, uffici singoli, uffici open, conference room, aree lounge, aree break, aree print, ecc.). Essi a ogni piano si articolano con modalità differenti in ragione dei luoghi e della spazialità che si intende perseguire
Al secondo, costituito dai “soft spaces”, appartengono invece tutti quegli spazi non definiti e personalizzabili secondo esigenze relazionali. Per questa seconda categoria di spazi il criterio è di non intervenire con modalità edilizie, ma con un allestimento leggero e fortemente caratterizzato, che possa offrire diverse tipologie di utilizzo, anche inaspettate, e riconfigurarsi in caso di necessità con grande flessibilità.
Variazioni prospettiche, dilatazioni e compressione degli spazi, presenza di elementi iconici, riferimenti a piazze, scalinate e corti, insieme a superfici materiche e colorate, si declinano in modo originale piano per piano originando ambienti di lavoro con identità specifiche e riconoscibili. L’insieme delle diverse identità restituisce un’immagine ricca e composita nelle forme di una “città nella città”, che corrisponde al carattere variegato ed eterogeneo di una comunità aziendale di 1500 persone.
Al piano terra, attraverso la continuità dei pavimenti e sfruttando la grande vetrata, la città interna con il grande scalone ad uso collettivo e quella esterna costituita da una piazza pubblica, si fondono per riconnettersi in un'unica esperienza, che non ha interruzione né soglie marcate.
Dal dinamismo relazionale delle pratiche lavorative contemporanee nasce l’esigenza di complessità spaziale dei luoghi che le accolgono e un ripensamento delle tipologie consolidate. Un maggior ricorso a spazi esterni, inclusa la propria abitazione, un uso flessibile degli ambienti, la moltiplicazione e diversificazione della tipologia di spazi di relazione e di collaborazione, infatti, sono le principali nuove esigenze dei lavoratori e delle aziende.
Negli ultimi anni l’habitat ideale di un ufficio sembra volersi confrontare, più che con una singola attività e un luogo specifico costruito su misura, quasi con l’eterogeneità offerta da un’intera città: organica, vitale, stratificata, incrementale negli spazi e adattiva nei tempi che l’attraversano e la trasformano.
Per il progetto di fit out della nuova sede direzionale di NTT DATA a Milano, articolata su 16 piani di circa 1000 mq ciascuno, l’operazione principale è stata quella di rendere ogni piano unico per layout, materiali e arredi, riproponendo all’interno dell’edificio quello stesso tipo di complessità che si ritrova nella vita urbana, che è in grado, per natura, di generare relazioni indeterminate nonché processi di innovazione.
Ciò comporta individuare il tipo di attività che è necessario e/o possibile svolgere, riflettere sulla tipologia dei luoghi dove esse avvengono e definire il carattere con cui questi ultimi si rendono fruibili. Operazioni concettuali che dal punto di vista operativo prendono concretezza e si intrecciano tra loro nella progettazione specifica di due macro-gruppi di spazi.
Il primo, costituito dagli “hard spaces”, incorpora tutte le tipologie di spazi indispensabili in qualsiasi ufficio che rispondono a funzioni già codificate (phone boots, guardaroba, sale riunioni, uffici singoli, uffici open, conference room, aree lounge, aree break, aree print, ecc.). Essi a ogni piano si articolano con modalità differenti in ragione dei luoghi e della spazialità che si intende perseguire
Al secondo, costituito dai “soft spaces”, appartengono invece tutti quegli spazi non definiti e personalizzabili secondo esigenze relazionali. Per questa seconda categoria di spazi il criterio è di non intervenire con modalità edilizie, ma con un allestimento leggero e fortemente caratterizzato, che possa offrire diverse tipologie di utilizzo, anche inaspettate, e riconfigurarsi in caso di necessità con grande flessibilità.
Variazioni prospettiche, dilatazioni e compressione degli spazi, presenza di elementi iconici, riferimenti a piazze, scalinate e corti, insieme a superfici materiche e colorate, si declinano in modo originale piano per piano originando ambienti di lavoro con identità specifiche e riconoscibili. L’insieme delle diverse identità restituisce un’immagine ricca e composita nelle forme di una “città nella città”, che corrisponde al carattere variegato ed eterogeneo di una comunità aziendale di 1500 persone.
Al piano terra, attraverso la continuità dei pavimenti e sfruttando la grande vetrata, la città interna con il grande scalone ad uso collettivo e quella esterna costituita da una piazza pubblica, si fondono per riconnettersi in un'unica esperienza, che non ha interruzione né soglie marcate.
Dal dinamismo relazionale delle pratiche lavorative contemporanee nasce l’esigenza di complessità spaziale dei luoghi che le accolgono e un ripensamento delle tipologie consolidate. Un maggior ricorso a spazi esterni, inclusa la propria abitazione, un uso flessibile degli ambienti, la moltiplicazione e diversificazione della tipologia di spazi di relazione e di collaborazione, infatti, sono le principali nuove esigenze dei lavoratori e delle aziende.
Negli ultimi anni l’habitat ideale di un ufficio sembra volersi confrontare, più che con una singola attività e un luogo specifico costruito su misura, quasi con l’eterogeneità offerta da un’intera città: organica, vitale, stratificata, incrementale negli spazi e adattiva nei tempi che l’attraversano e la trasformano.
Per il progetto di fit out della nuova sede direzionale di NTT DATA a Milano, articolata su 16 piani di circa 1000 mq ciascuno, l’operazione principale è stata quella di rendere ogni piano unico per layout, materiali e arredi, riproponendo all’interno dell’edificio quello stesso tipo di complessità che si ritrova nella vita urbana, che è in grado, per natura, di generare relazioni indeterminate nonché processi di innovazione.
Ciò comporta individuare il tipo di attività che è necessario e/o possibile svolgere, riflettere sulla tipologia dei luoghi dove esse avvengono e definire il carattere con cui questi ultimi si rendono fruibili. Operazioni concettuali che dal punto di vista operativo prendono concretezza e si intrecciano tra loro nella progettazione specifica di due macro-gruppi di spazi.
Il primo, costituito dagli “hard spaces”, incorpora tutte le tipologie di spazi indispensabili in qualsiasi ufficio che rispondono a funzioni già codificate (phone boots, guardaroba, sale riunioni, uffici singoli, uffici open, conference room, aree lounge, aree break, aree print, ecc.). Essi a ogni piano si articolano con modalità differenti in ragione dei luoghi e della spazialità che si intende perseguire
Al secondo, costituito dai “soft spaces”, appartengono invece tutti quegli spazi non definiti e personalizzabili secondo esigenze relazionali. Per questa seconda categoria di spazi il criterio è di non intervenire con modalità edilizie, ma con un allestimento leggero e fortemente caratterizzato, che possa offrire diverse tipologie di utilizzo, anche inaspettate, e riconfigurarsi in caso di necessità con grande flessibilità.
Variazioni prospettiche, dilatazioni e compressione degli spazi, presenza di elementi iconici, riferimenti a piazze, scalinate e corti, insieme a superfici materiche e colorate, si declinano in modo originale piano per piano originando ambienti di lavoro con identità specifiche e riconoscibili. L’insieme delle diverse identità restituisce un’immagine ricca e composita nelle forme di una “città nella città”, che corrisponde al carattere variegato ed eterogeneo di una comunità aziendale di 1500 persone.
Al piano terra, attraverso la continuità dei pavimenti e sfruttando la grande vetrata, la città interna con il grande scalone ad uso collettivo e quella esterna costituita da una piazza pubblica, si fondono per riconnettersi in un'unica esperienza, che non ha interruzione né soglie marcate.
Progetto vincitore, categoria Real Estate Special Contest The Plan Award - NTT DATA Milan Headquarter Covivio, 2021
Premio AFA Architecture Film Award nella categoria Studio's Film MDFF - The Opening, 2022
Dal dinamismo relazionale delle pratiche lavorative contemporanee nasce l’esigenza di complessità spaziale dei luoghi che le accolgono e un ripensamento delle tipologie consolidate. Un maggior ricorso a spazi esterni, inclusa la propria abitazione, un uso flessibile degli ambienti, la moltiplicazione e diversificazione della tipologia di spazi di relazione e di collaborazione, infatti, sono le principali nuove esigenze dei lavoratori e delle aziende.
Negli ultimi anni l’habitat ideale di un ufficio sembra volersi confrontare, più che con una singola attività e un luogo specifico costruito su misura, quasi con l’eterogeneità offerta da un’intera città: organica, vitale, stratificata, incrementale negli spazi e adattiva nei tempi che l’attraversano e la trasformano.
Per il progetto di fit out della nuova sede direzionale di NTT DATA a Milano, articolata su 16 piani di circa 1000 mq ciascuno, l’operazione principale è stata quella di rendere ogni piano unico per layout, materiali e arredi, riproponendo all’interno dell’edificio quello stesso tipo di complessità che si ritrova nella vita urbana, che è in grado, per natura, di generare relazioni indeterminate nonché processi di innovazione.
Ciò comporta individuare il tipo di attività che è necessario e/o possibile svolgere, riflettere sulla tipologia dei luoghi dove esse avvengono e definire il carattere con cui questi ultimi si rendono fruibili. Operazioni concettuali che dal punto di vista operativo prendono concretezza e si intrecciano tra loro nella progettazione specifica di due macro-gruppi di spazi.
Il primo, costituito dagli “hard spaces”, incorpora tutte le tipologie di spazi indispensabili in qualsiasi ufficio che rispondono a funzioni già codificate (phone boots, guardaroba, sale riunioni, uffici singoli, uffici open, conference room, aree lounge, aree break, aree print, ecc.). Essi a ogni piano si articolano con modalità differenti in ragione dei luoghi e della spazialità che si intende perseguire
Al secondo, costituito dai “soft spaces”, appartengono invece tutti quegli spazi non definiti e personalizzabili secondo esigenze relazionali. Per questa seconda categoria di spazi il criterio è di non intervenire con modalità edilizie, ma con un allestimento leggero e fortemente caratterizzato, che possa offrire diverse tipologie di utilizzo, anche inaspettate, e riconfigurarsi in caso di necessità con grande flessibilità.
Variazioni prospettiche, dilatazioni e compressione degli spazi, presenza di elementi iconici, riferimenti a piazze, scalinate e corti, insieme a superfici materiche e colorate, si declinano in modo originale piano per piano originando ambienti di lavoro con identità specifiche e riconoscibili. L’insieme delle diverse identità restituisce un’immagine ricca e composita nelle forme di una “città nella città”, che corrisponde al carattere variegato ed eterogeneo di una comunità aziendale di 1500 persone.
Al piano terra, attraverso la continuità dei pavimenti e sfruttando la grande vetrata, la città interna con il grande scalone ad uso collettivo e quella esterna costituita da una piazza pubblica, si fondono per riconnettersi in un'unica esperienza, che non ha interruzione né soglie marcate.
Dal dinamismo relazionale delle pratiche lavorative contemporanee nasce l’esigenza di complessità spaziale dei luoghi che le accolgono e un ripensamento delle tipologie consolidate. Un maggior ricorso a spazi esterni, inclusa la propria abitazione, un uso flessibile degli ambienti, la moltiplicazione e diversificazione della tipologia di spazi di relazione e di collaborazione, infatti, sono le principali nuove esigenze dei lavoratori e delle aziende.
Negli ultimi anni l’habitat ideale di un ufficio sembra volersi confrontare, più che con una singola attività e un luogo specifico costruito su misura, quasi con l’eterogeneità offerta da un’intera città: organica, vitale, stratificata, incrementale negli spazi e adattiva nei tempi che l’attraversano e la trasformano.
Per il progetto di fit out della nuova sede direzionale di NTT DATA a Milano, articolata su 16 piani di circa 1000 mq ciascuno, l’operazione principale è stata quella di rendere ogni piano unico per layout, materiali e arredi, riproponendo all’interno dell’edificio quello stesso tipo di complessità che si ritrova nella vita urbana, che è in grado, per natura, di generare relazioni indeterminate nonché processi di innovazione.
Ciò comporta individuare il tipo di attività che è necessario e/o possibile svolgere, riflettere sulla tipologia dei luoghi dove esse avvengono e definire il carattere con cui questi ultimi si rendono fruibili. Operazioni concettuali che dal punto di vista operativo prendono concretezza e si intrecciano tra loro nella progettazione specifica di due macro-gruppi di spazi.
Il primo, costituito dagli “hard spaces”, incorpora tutte le tipologie di spazi indispensabili in qualsiasi ufficio che rispondono a funzioni già codificate (phone boots, guardaroba, sale riunioni, uffici singoli, uffici open, conference room, aree lounge, aree break, aree print, ecc.). Essi a ogni piano si articolano con modalità differenti in ragione dei luoghi e della spazialità che si intende perseguire
Al secondo, costituito dai “soft spaces”, appartengono invece tutti quegli spazi non definiti e personalizzabili secondo esigenze relazionali. Per questa seconda categoria di spazi il criterio è di non intervenire con modalità edilizie, ma con un allestimento leggero e fortemente caratterizzato, che possa offrire diverse tipologie di utilizzo, anche inaspettate, e riconfigurarsi in caso di necessità con grande flessibilità.
Variazioni prospettiche, dilatazioni e compressione degli spazi, presenza di elementi iconici, riferimenti a piazze, scalinate e corti, insieme a superfici materiche e colorate, si declinano in modo originale piano per piano originando ambienti di lavoro con identità specifiche e riconoscibili. L’insieme delle diverse identità restituisce un’immagine ricca e composita nelle forme di una “città nella città”, che corrisponde al carattere variegato ed eterogeneo di una comunità aziendale di 1500 persone.
Al piano terra, attraverso la continuità dei pavimenti e sfruttando la grande vetrata, la città interna con il grande scalone ad uso collettivo e quella esterna costituita da una piazza pubblica, si fondono per riconnettersi in un'unica esperienza, che non ha interruzione né soglie marcate.
Dal dinamismo relazionale delle pratiche lavorative contemporanee nasce l’esigenza di complessità spaziale dei luoghi che le accolgono e un ripensamento delle tipologie consolidate. Un maggior ricorso a spazi esterni, inclusa la propria abitazione, un uso flessibile degli ambienti, la moltiplicazione e diversificazione della tipologia di spazi di relazione e di collaborazione, infatti, sono le principali nuove esigenze dei lavoratori e delle aziende.
Negli ultimi anni l’habitat ideale di un ufficio sembra volersi confrontare, più che con una singola attività e un luogo specifico costruito su misura, quasi con l’eterogeneità offerta da un’intera città: organica, vitale, stratificata, incrementale negli spazi e adattiva nei tempi che l’attraversano e la trasformano.
Per il progetto di fit out della nuova sede direzionale di NTT DATA a Milano, articolata su 16 piani di circa 1000 mq ciascuno, l’operazione principale è stata quella di rendere ogni piano unico per layout, materiali e arredi, riproponendo all’interno dell’edificio quello stesso tipo di complessità che si ritrova nella vita urbana, che è in grado, per natura, di generare relazioni indeterminate nonché processi di innovazione.
Ciò comporta individuare il tipo di attività che è necessario e/o possibile svolgere, riflettere sulla tipologia dei luoghi dove esse avvengono e definire il carattere con cui questi ultimi si rendono fruibili. Operazioni concettuali che dal punto di vista operativo prendono concretezza e si intrecciano tra loro nella progettazione specifica di due macro-gruppi di spazi.
Il primo, costituito dagli “hard spaces”, incorpora tutte le tipologie di spazi indispensabili in qualsiasi ufficio che rispondono a funzioni già codificate (phone boots, guardaroba, sale riunioni, uffici singoli, uffici open, conference room, aree lounge, aree break, aree print, ecc.). Essi a ogni piano si articolano con modalità differenti in ragione dei luoghi e della spazialità che si intende perseguire
Al secondo, costituito dai “soft spaces”, appartengono invece tutti quegli spazi non definiti e personalizzabili secondo esigenze relazionali. Per questa seconda categoria di spazi il criterio è di non intervenire con modalità edilizie, ma con un allestimento leggero e fortemente caratterizzato, che possa offrire diverse tipologie di utilizzo, anche inaspettate, e riconfigurarsi in caso di necessità con grande flessibilità.
Variazioni prospettiche, dilatazioni e compressione degli spazi, presenza di elementi iconici, riferimenti a piazze, scalinate e corti, insieme a superfici materiche e colorate, si declinano in modo originale piano per piano originando ambienti di lavoro con identità specifiche e riconoscibili. L’insieme delle diverse identità restituisce un’immagine ricca e composita nelle forme di una “città nella città”, che corrisponde al carattere variegato ed eterogeneo di una comunità aziendale di 1500 persone.
Al piano terra, attraverso la continuità dei pavimenti e sfruttando la grande vetrata, la città interna con il grande scalone ad uso collettivo e quella esterna costituita da una piazza pubblica, si fondono per riconnettersi in un'unica esperienza, che non ha interruzione né soglie marcate.
Dal dinamismo relazionale delle pratiche lavorative contemporanee nasce l’esigenza di complessità spaziale dei luoghi che le accolgono e un ripensamento delle tipologie consolidate. Un maggior ricorso a spazi esterni, inclusa la propria abitazione, un uso flessibile degli ambienti, la moltiplicazione e diversificazione della tipologia di spazi di relazione e di collaborazione, infatti, sono le principali nuove esigenze dei lavoratori e delle aziende.
Negli ultimi anni l’habitat ideale di un ufficio sembra volersi confrontare, più che con una singola attività e un luogo specifico costruito su misura, quasi con l’eterogeneità offerta da un’intera città: organica, vitale, stratificata, incrementale negli spazi e adattiva nei tempi che l’attraversano e la trasformano.
Per il progetto di fit out della nuova sede direzionale di NTT DATA a Milano, articolata su 16 piani di circa 1000 mq ciascuno, l’operazione principale è stata quella di rendere ogni piano unico per layout, materiali e arredi, riproponendo all’interno dell’edificio quello stesso tipo di complessità che si ritrova nella vita urbana, che è in grado, per natura, di generare relazioni indeterminate nonché processi di innovazione.
Ciò comporta individuare il tipo di attività che è necessario e/o possibile svolgere, riflettere sulla tipologia dei luoghi dove esse avvengono e definire il carattere con cui questi ultimi si rendono fruibili. Operazioni concettuali che dal punto di vista operativo prendono concretezza e si intrecciano tra loro nella progettazione specifica di due macro-gruppi di spazi.
Il primo, costituito dagli “hard spaces”, incorpora tutte le tipologie di spazi indispensabili in qualsiasi ufficio che rispondono a funzioni già codificate (phone boots, guardaroba, sale riunioni, uffici singoli, uffici open, conference room, aree lounge, aree break, aree print, ecc.). Essi a ogni piano si articolano con modalità differenti in ragione dei luoghi e della spazialità che si intende perseguire
Al secondo, costituito dai “soft spaces”, appartengono invece tutti quegli spazi non definiti e personalizzabili secondo esigenze relazionali. Per questa seconda categoria di spazi il criterio è di non intervenire con modalità edilizie, ma con un allestimento leggero e fortemente caratterizzato, che possa offrire diverse tipologie di utilizzo, anche inaspettate, e riconfigurarsi in caso di necessità con grande flessibilità.
Variazioni prospettiche, dilatazioni e compressione degli spazi, presenza di elementi iconici, riferimenti a piazze, scalinate e corti, insieme a superfici materiche e colorate, si declinano in modo originale piano per piano originando ambienti di lavoro con identità specifiche e riconoscibili. L’insieme delle diverse identità restituisce un’immagine ricca e composita nelle forme di una “città nella città”, che corrisponde al carattere variegato ed eterogeneo di una comunità aziendale di 1500 persone.
Al piano terra, attraverso la continuità dei pavimenti e sfruttando la grande vetrata, la città interna con il grande scalone ad uso collettivo e quella esterna costituita da una piazza pubblica, si fondono per riconnettersi in un'unica esperienza, che non ha interruzione né soglie marcate.
Progetto vincitore, categoria Real Estate Special Contest The Plan Award - NTT DATA Milan Headquarter Covivio, 2021
Premio AFA Architecture Film Award nella categoria Studio's Film MDFF - The Opening, 2022
Luogo di edificazione
Milano
Superficie costruita
17.000 mq
Data di completamento
aprile 2021
Luogo di edificazione
Milano
Superficie costruita
17.000 mq
Data di completamento
aprile 2021
Luogo di edificazione
Milano
Superficie costruita
17.000 mq
Data di completamento
aprile 2021
Edifici
2
Piani
12 + 4
Superficie terrazzo
440 mq
Piante
1 ogni 4 persone
Arredi fissi a disegno
137
Edifici
2
Piani
12 + 4
Superficie terrazzo
440 mq
Piante
1 ogni 4 persone
Arredi fissi a disegno
137
Edifici
2
Piani
12 + 4
Superficie terrazzo
440 mq
Piante
1 ogni 4 persone
Arredi fissi a disegno
137
Investitore, sviluppatore COVIVIO
Main contractor, General Contractor ATI Costruzioni Gilardi, Elettromeccanica Galli
Progettista deamicisarchitetti
Consulenti Fabiano Cocozza (grafica), Tekser (impiantistica e luci), Dario Paini (acustica)
Arredi su misura Caspani Cugini srl, Dallegno srl, Dimensioni Contract srl, Manerba, Wood Lab 21 srl
Fornitura arredi Spotti srl
Crediti fotografici Alberto Strada, Francesco Caredda