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Una casa colonica, un garage e un prato incolto in leggera pendenza sono gli elementi preesistenti di una proprietà con un piccolo parco in mezzo alle colline del Gavi.

Una pavimentazione in traversine di legno posate con una tessitura che sembra un ricamo, una tettoia in  ferro e formelle di cotto che ospita un soggiorno all’aperto, una biopiscina in pietra posizionata in modo tale da governare il cambio delle pendenze del terreno e infine un cerchio di prato rasato perfettamente in piano nel centro di un campo fiorito inclinato, sono gli interventi architettonici messi in atto.

Il progetto intende costruire una nuova molteplicità di luoghi e di definire una processualità di usi ben identificati che si sommano alle funzioni già esistenti.

Ognuno di questi interventi non risolve solo un problema pratico ma si fa carico di assolvere, anche sotto il profilo formale, il compito di rappresentare adeguatamente il nuovo uso: il tema dell’ingresso è quindi rappresentato dalla preziosità della trama romboidale del pavimento dell’area compresa tra il cancello e la casa, quello dell’ospitalità è incarnato dal riparo e dal comfort offerto dal nuovo podio, il tema del benessere e del loisir è invece espresso dalla naturalezza con cui la biopiscina si insedia letteralmente tra le pieghe del paesaggio, e infine il cerchio nel prato ci proietta in una scala territoriale più grande dove l’intervento geometrico assume un valore poetico nel rappresentare fisicamente la relazione tra artificio e natura.

Il lavoro sulle preesistenze edilizie e vegetali è di importanza centrale in questo progetto in quanto esse sono assunte come dei vincoli cui attribuire o negare valore e, alla fine, è proprio questo livello interpretativo che ha guidato le scelte architettoniche. Il filare di alberi viene enfatizzato dalla nuova pavimentazione, mentre l’incerto volume del box a cui si aggancia la tettoia è in pratica neutralizzato e assorbito in una nuova architettura che diventa il fulcro di tutta la composizione. La biopiscina invece, è orientata in modo tale da avere come terminale il pioppo più significativo per dimensione e posizione.

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Giardino di Campagna
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Una pavimentazione in traversine di legno posate con una tessitura che sembra un ricamo, una tettoia in  ferro e formelle di cotto che ospita un soggiorno all’aperto, una biopiscina in pietra posizionata in modo tale da governare il cambio delle pendenze del terreno e infine un cerchio di prato rasato perfettamente in piano nel centro di un campo fiorito inclinato, sono gli interventi architettonici messi in atto.

Il progetto intende costruire una nuova molteplicità di luoghi e di definire una processualità di usi ben identificati che si sommano alle funzioni già esistenti.

Ognuno di questi interventi non risolve solo un problema pratico ma si fa carico di assolvere, anche sotto il profilo formale, il compito di rappresentare adeguatamente il nuovo uso: il tema dell’ingresso è quindi rappresentato dalla preziosità della trama romboidale del pavimento dell’area compresa tra il cancello e la casa, quello dell’ospitalità è incarnato dal riparo e dal comfort offerto dal nuovo podio, il tema del benessere e del loisir è invece espresso dalla naturalezza con cui la biopiscina si insedia letteralmente tra le pieghe del paesaggio, e infine il cerchio nel prato ci proietta in una scala territoriale più grande dove l’intervento geometrico assume un valore poetico nel rappresentare fisicamente la relazione tra artificio e natura.

Il lavoro sulle preesistenze edilizie e vegetali è di importanza centrale in questo progetto in quanto esse sono assunte come dei vincoli cui attribuire o negare valore e, alla fine, è proprio questo livello interpretativo che ha guidato le scelte architettoniche. Il filare di alberi viene enfatizzato dalla nuova pavimentazione, mentre l’incerto volume del box a cui si aggancia la tettoia è in pratica neutralizzato e assorbito in una nuova architettura che diventa il fulcro di tutta la composizione. La biopiscina invece, è orientata in modo tale da avere come terminale il pioppo più significativo per dimensione e posizione.

Una casa colonica, un garage e un prato incolto in leggera pendenza sono gli elementi preesistenti di una proprietà con un piccolo parco in mezzo alle colline del Gavi.

Una pavimentazione in traversine di legno posate con una tessitura che sembra un ricamo, una tettoia in  ferro e formelle di cotto che ospita un soggiorno all’aperto, una biopiscina in pietra posizionata in modo tale da governare il cambio delle pendenze del terreno e infine un cerchio di prato rasato perfettamente in piano nel centro di un campo fiorito inclinato, sono gli interventi architettonici messi in atto.

Il progetto intende costruire una nuova molteplicità di luoghi e di definire una processualità di usi ben identificati che si sommano alle funzioni già esistenti.

Ognuno di questi interventi non risolve solo un problema pratico ma si fa carico di assolvere, anche sotto il profilo formale, il compito di rappresentare adeguatamente il nuovo uso: il tema dell’ingresso è quindi rappresentato dalla preziosità della trama romboidale del pavimento dell’area compresa tra il cancello e la casa, quello dell’ospitalità è incarnato dal riparo e dal comfort offerto dal nuovo podio, il tema del benessere e del loisir è invece espresso dalla naturalezza con cui la biopiscina si insedia letteralmente tra le pieghe del paesaggio, e infine il cerchio nel prato ci proietta in una scala territoriale più grande dove l’intervento geometrico assume un valore poetico nel rappresentare fisicamente la relazione tra artificio e natura.

Il lavoro sulle preesistenze edilizie e vegetali è di importanza centrale in questo progetto in quanto esse sono assunte come dei vincoli cui attribuire o negare valore e, alla fine, è proprio questo livello interpretativo che ha guidato le scelte architettoniche. Il filare di alberi viene enfatizzato dalla nuova pavimentazione, mentre l’incerto volume del box a cui si aggancia la tettoia è in pratica neutralizzato e assorbito in una nuova architettura che diventa il fulcro di tutta la composizione. La biopiscina invece, è orientata in modo tale da avere come terminale il pioppo più significativo per dimensione e posizione.

Una casa colonica, un garage e un prato incolto in leggera pendenza sono gli elementi preesistenti di una proprietà con un piccolo parco in mezzo alle colline del Gavi.

Una pavimentazione in traversine di legno posate con una tessitura che sembra un ricamo, una tettoia in  ferro e formelle di cotto che ospita un soggiorno all’aperto, una biopiscina in pietra posizionata in modo tale da governare il cambio delle pendenze del terreno e infine un cerchio di prato rasato perfettamente in piano nel centro di un campo fiorito inclinato, sono gli interventi architettonici messi in atto.

Il progetto intende costruire una nuova molteplicità di luoghi e di definire una processualità di usi ben identificati che si sommano alle funzioni già esistenti.

Ognuno di questi interventi non risolve solo un problema pratico ma si fa carico di assolvere, anche sotto il profilo formale, il compito di rappresentare adeguatamente il nuovo uso: il tema dell’ingresso è quindi rappresentato dalla preziosità della trama romboidale del pavimento dell’area compresa tra il cancello e la casa, quello dell’ospitalità è incarnato dal riparo e dal comfort offerto dal nuovo podio, il tema del benessere e del loisir è invece espresso dalla naturalezza con cui la biopiscina si insedia letteralmente tra le pieghe del paesaggio, e infine il cerchio nel prato ci proietta in una scala territoriale più grande dove l’intervento geometrico assume un valore poetico nel rappresentare fisicamente la relazione tra artificio e natura.

Il lavoro sulle preesistenze edilizie e vegetali è di importanza centrale in questo progetto in quanto esse sono assunte come dei vincoli cui attribuire o negare valore e, alla fine, è proprio questo livello interpretativo che ha guidato le scelte architettoniche. Il filare di alberi viene enfatizzato dalla nuova pavimentazione, mentre l’incerto volume del box a cui si aggancia la tettoia è in pratica neutralizzato e assorbito in una nuova architettura che diventa il fulcro di tutta la composizione. La biopiscina invece, è orientata in modo tale da avere come terminale il pioppo più significativo per dimensione e posizione.

Una casa colonica, un garage e un prato incolto in leggera pendenza sono gli elementi preesistenti di una proprietà con un piccolo parco in mezzo alle colline del Gavi.

Una pavimentazione in traversine di legno posate con una tessitura che sembra un ricamo, una tettoia in  ferro e formelle di cotto che ospita un soggiorno all’aperto, una biopiscina in pietra posizionata in modo tale da governare il cambio delle pendenze del terreno e infine un cerchio di prato rasato perfettamente in piano nel centro di un campo fiorito inclinato, sono gli interventi architettonici messi in atto.

Il progetto intende costruire una nuova molteplicità di luoghi e di definire una processualità di usi ben identificati che si sommano alle funzioni già esistenti.

Ognuno di questi interventi non risolve solo un problema pratico ma si fa carico di assolvere, anche sotto il profilo formale, il compito di rappresentare adeguatamente il nuovo uso: il tema dell’ingresso è quindi rappresentato dalla preziosità della trama romboidale del pavimento dell’area compresa tra il cancello e la casa, quello dell’ospitalità è incarnato dal riparo e dal comfort offerto dal nuovo podio, il tema del benessere e del loisir è invece espresso dalla naturalezza con cui la biopiscina si insedia letteralmente tra le pieghe del paesaggio, e infine il cerchio nel prato ci proietta in una scala territoriale più grande dove l’intervento geometrico assume un valore poetico nel rappresentare fisicamente la relazione tra artificio e natura.

Il lavoro sulle preesistenze edilizie e vegetali è di importanza centrale in questo progetto in quanto esse sono assunte come dei vincoli cui attribuire o negare valore e, alla fine, è proprio questo livello interpretativo che ha guidato le scelte architettoniche. Il filare di alberi viene enfatizzato dalla nuova pavimentazione, mentre l’incerto volume del box a cui si aggancia la tettoia è in pratica neutralizzato e assorbito in una nuova architettura che diventa il fulcro di tutta la composizione. La biopiscina invece, è orientata in modo tale da avere come terminale il pioppo più significativo per dimensione e posizione.

Una casa colonica, un garage e un prato incolto in leggera pendenza sono gli elementi preesistenti di una proprietà con un piccolo parco in mezzo alle colline del Gavi.

Una pavimentazione in traversine di legno posate con una tessitura che sembra un ricamo, una tettoia in  ferro e formelle di cotto che ospita un soggiorno all’aperto, una biopiscina in pietra posizionata in modo tale da governare il cambio delle pendenze del terreno e infine un cerchio di prato rasato perfettamente in piano nel centro di un campo fiorito inclinato, sono gli interventi architettonici messi in atto.

Il progetto intende costruire una nuova molteplicità di luoghi e di definire una processualità di usi ben identificati che si sommano alle funzioni già esistenti.

Ognuno di questi interventi non risolve solo un problema pratico ma si fa carico di assolvere, anche sotto il profilo formale, il compito di rappresentare adeguatamente il nuovo uso: il tema dell’ingresso è quindi rappresentato dalla preziosità della trama romboidale del pavimento dell’area compresa tra il cancello e la casa, quello dell’ospitalità è incarnato dal riparo e dal comfort offerto dal nuovo podio, il tema del benessere e del loisir è invece espresso dalla naturalezza con cui la biopiscina si insedia letteralmente tra le pieghe del paesaggio, e infine il cerchio nel prato ci proietta in una scala territoriale più grande dove l’intervento geometrico assume un valore poetico nel rappresentare fisicamente la relazione tra artificio e natura.

Il lavoro sulle preesistenze edilizie e vegetali è di importanza centrale in questo progetto in quanto esse sono assunte come dei vincoli cui attribuire o negare valore e, alla fine, è proprio questo livello interpretativo che ha guidato le scelte architettoniche. Il filare di alberi viene enfatizzato dalla nuova pavimentazione, mentre l’incerto volume del box a cui si aggancia la tettoia è in pratica neutralizzato e assorbito in una nuova architettura che diventa il fulcro di tutta la composizione. La biopiscina invece, è orientata in modo tale da avere come terminale il pioppo più significativo per dimensione e posizione.

Una casa colonica, un garage e un prato incolto in leggera pendenza sono gli elementi preesistenti di una proprietà con un piccolo parco in mezzo alle colline del Gavi.

Una pavimentazione in traversine di legno posate con una tessitura che sembra un ricamo, una tettoia in  ferro e formelle di cotto che ospita un soggiorno all’aperto, una biopiscina in pietra posizionata in modo tale da governare il cambio delle pendenze del terreno e infine un cerchio di prato rasato perfettamente in piano nel centro di un campo fiorito inclinato, sono gli interventi architettonici messi in atto.

Il progetto intende costruire una nuova molteplicità di luoghi e di definire una processualità di usi ben identificati che si sommano alle funzioni già esistenti.

Ognuno di questi interventi non risolve solo un problema pratico ma si fa carico di assolvere, anche sotto il profilo formale, il compito di rappresentare adeguatamente il nuovo uso: il tema dell’ingresso è quindi rappresentato dalla preziosità della trama romboidale del pavimento dell’area compresa tra il cancello e la casa, quello dell’ospitalità è incarnato dal riparo e dal comfort offerto dal nuovo podio, il tema del benessere e del loisir è invece espresso dalla naturalezza con cui la biopiscina si insedia letteralmente tra le pieghe del paesaggio, e infine il cerchio nel prato ci proietta in una scala territoriale più grande dove l’intervento geometrico assume un valore poetico nel rappresentare fisicamente la relazione tra artificio e natura.

Il lavoro sulle preesistenze edilizie e vegetali è di importanza centrale in questo progetto in quanto esse sono assunte come dei vincoli cui attribuire o negare valore e, alla fine, è proprio questo livello interpretativo che ha guidato le scelte architettoniche. Il filare di alberi viene enfatizzato dalla nuova pavimentazione, mentre l’incerto volume del box a cui si aggancia la tettoia è in pratica neutralizzato e assorbito in una nuova architettura che diventa il fulcro di tutta la composizione. La biopiscina invece, è orientata in modo tale da avere come terminale il pioppo più significativo per dimensione e posizione.

Una casa colonica, un garage e un prato incolto in leggera pendenza sono gli elementi preesistenti di una proprietà con un piccolo parco in mezzo alle colline del Gavi.

Una pavimentazione in traversine di legno posate con una tessitura che sembra un ricamo, una tettoia in  ferro e formelle di cotto che ospita un soggiorno all’aperto, una biopiscina in pietra posizionata in modo tale da governare il cambio delle pendenze del terreno e infine un cerchio di prato rasato perfettamente in piano nel centro di un campo fiorito inclinato, sono gli interventi architettonici messi in atto.

Il progetto intende costruire una nuova molteplicità di luoghi e di definire una processualità di usi ben identificati che si sommano alle funzioni già esistenti.

Ognuno di questi interventi non risolve solo un problema pratico ma si fa carico di assolvere, anche sotto il profilo formale, il compito di rappresentare adeguatamente il nuovo uso: il tema dell’ingresso è quindi rappresentato dalla preziosità della trama romboidale del pavimento dell’area compresa tra il cancello e la casa, quello dell’ospitalità è incarnato dal riparo e dal comfort offerto dal nuovo podio, il tema del benessere e del loisir è invece espresso dalla naturalezza con cui la biopiscina si insedia letteralmente tra le pieghe del paesaggio, e infine il cerchio nel prato ci proietta in una scala territoriale più grande dove l’intervento geometrico assume un valore poetico nel rappresentare fisicamente la relazione tra artificio e natura.

Il lavoro sulle preesistenze edilizie e vegetali è di importanza centrale in questo progetto in quanto esse sono assunte come dei vincoli cui attribuire o negare valore e, alla fine, è proprio questo livello interpretativo che ha guidato le scelte architettoniche. Il filare di alberi viene enfatizzato dalla nuova pavimentazione, mentre l’incerto volume del box a cui si aggancia la tettoia è in pratica neutralizzato e assorbito in una nuova architettura che diventa il fulcro di tutta la composizione. La biopiscina invece, è orientata in modo tale da avere come terminale il pioppo più significativo per dimensione e posizione.

Una casa colonica, un garage e un prato incolto in leggera pendenza sono gli elementi preesistenti di una proprietà con un piccolo parco in mezzo alle colline del Gavi.

Una pavimentazione in traversine di legno posate con una tessitura che sembra un ricamo, una tettoia in  ferro e formelle di cotto che ospita un soggiorno all’aperto, una biopiscina in pietra posizionata in modo tale da governare il cambio delle pendenze del terreno e infine un cerchio di prato rasato perfettamente in piano nel centro di un campo fiorito inclinato, sono gli interventi architettonici messi in atto.

Il progetto intende costruire una nuova molteplicità di luoghi e di definire una processualità di usi ben identificati che si sommano alle funzioni già esistenti.

Ognuno di questi interventi non risolve solo un problema pratico ma si fa carico di assolvere, anche sotto il profilo formale, il compito di rappresentare adeguatamente il nuovo uso: il tema dell’ingresso è quindi rappresentato dalla preziosità della trama romboidale del pavimento dell’area compresa tra il cancello e la casa, quello dell’ospitalità è incarnato dal riparo e dal comfort offerto dal nuovo podio, il tema del benessere e del loisir è invece espresso dalla naturalezza con cui la biopiscina si insedia letteralmente tra le pieghe del paesaggio, e infine il cerchio nel prato ci proietta in una scala territoriale più grande dove l’intervento geometrico assume un valore poetico nel rappresentare fisicamente la relazione tra artificio e natura.

Il lavoro sulle preesistenze edilizie e vegetali è di importanza centrale in questo progetto in quanto esse sono assunte come dei vincoli cui attribuire o negare valore e, alla fine, è proprio questo livello interpretativo che ha guidato le scelte architettoniche. Il filare di alberi viene enfatizzato dalla nuova pavimentazione, mentre l’incerto volume del box a cui si aggancia la tettoia è in pratica neutralizzato e assorbito in una nuova architettura che diventa il fulcro di tutta la composizione. La biopiscina invece, è orientata in modo tale da avere come terminale il pioppo più significativo per dimensione e posizione.

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Luogo

Alessandria

Committente

privato

Durata

2015 - 2017

Superficie costruita

6.000 mq

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Alessandria

Committente

privato

Durata

2015 - 2017

Superficie costruita

6.000 mq

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Crediti fotografici Alberto Strada

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